Per la prima febbre di tuo figlio chiamerai mamma, suocera, pediatra, Polizia, Carabinieri, Servizi Segreti, Pompieri e, non si sa mai, anche il 118.
Per la prima febbre di tuo figlio comprerai 3 termometri perché ti sembrerà che nessuno funzioni. A 36.8 comincerai a misurargliela ogni 5 minuti e, quando ti renderai conto che la temperatura nella prima mezz’ora è variata in maniera alquanto sospetta da 36.3 a 37.2, avrai già spedito tuo marito in farmacia a comprare il primo.
Il secondo step è quello in cui ti convincerai che ce l’hai anche tu. Verificato che così non è (anche perché per capire se il termometro dava i numeri o meno, te la sei misurata anche tu fra le 10 e le 15 volte), farai mente locale per capire chi è l’untore. Tuo marito a quel punto sarà tornato dalla farmacia e, mentre tu sudi freddo inalberata come se avessi a che fare con la peste bubbonica, lui si mostrerà sereno come una rosa, motivo per il quale lo maledirai per la sua solita mancanza di sensibilità. Dicevamo, tornato tuo marito, intraprenderai una severa conversazione (o forse sarebbe meglio definirlo un monologo) che fa pressoché così:
“Lo sapevo io che il figlio di Giuseppina e Giacomino l’avrebbe contagiato! Hai visto ieri come starnutiva? Che razza di genitore ti porta a casa un bambino conciato in quel modo?….. ahhhh nooooo amore sai chi gliel’ha contagiata? Tua madre!!! Ti ricordi che la settimana scorsa è stata male? Ecco poi è venuta a trovarlo e l’ha pure baciato sulla guancia!!!! Grrrr quante volte devo ripetere che i bambini non si baciano???!! Ah no, questa volta mi sente!…. però sai effettivamente, ora che ci penso, anche la vicina di casa che abbiamo incontrato ieri in ascensore era decisamente mal concia! Sisisisisi deve essere stata sicuramente lei perché poi si sa che in ascensore si prende di tutto… poi noi stiamo all’ultimo piano quindi proprio facciamo il pieno di microbi!”
Alla fine di questa conversazione in cui comunque continuerai a sospettare di chiunque vi abbia incrociati nelle ultime 3 settimane, inizierai col domandone “tachipirina si, tachipirina no?!” e smanetterai su Google l’impossibile per capire alla precisa età di tuo figlio quando è il momento giusto per dargliela. Investirai del quesito anche tuo marito che chiaramente sarà colpevole di non fornirti la risposta desiderata. Nel frattempo la febbre sarà salita a 38, tuo figlio strillerà come mai prima e tu, che ancora non ti sarai convinta di sparargli la bella suppostina di tachipirina, sarai lì a ripetere “ma se non fosse solo una banale influenza? Nooo questo bambino sta troppo male deve avere sicuramente qualcos’altro! Oddio che cos’ha?”.
L’epilogo di questa breve e triste storia sulla vostra “prima volta” dipenderà dallo stato di ansia raggiunto all’ultima fase, nonché dalla sveltezza del marito a somministrarvi uno XanaX a vostra insaputa. Un buon 50% di noi finisce al pronto soccorso pediatrico gridando “Aiutatemi vi prego mio figlio sta morendo!” Per vedersi mandare gentilmente a quel paese dal personale ospedaliero, l’altra metà (forse quella cui avrà fatto effetto in tempo lo XanaX) gli darà la tachipirina che nella migliore delle ipotesi lo sistemerà fino al mattino.
E domani è un altro giorno e si vedrà…
P.s.: io sono stata una mamma del tipo 1, ma adesso dormo con lo XanaX sotto il cuscino ?✌?
Laura
-Ph. Credit Rodolfo Loaiza-
2 Commenti
Cara, io mi sono trovata nella situazione opposta: tranquillissima io, super agitato lui! Che poi quando uno dei pupi sta male per simpatia anche lui ha qualcosa, per cui me la devo smazzare da sola.
PS: se ti avanza lo Xanax, passalo pure qui!
ahhahahahh mitica!!! 😉