Quando si scopre d’essere in dolce attesa, specialmente la prima volta, i dubbi sono tanti. Si può bere il caffè? Si può mangiare il tiramisù? E il pesce crudo, la verdura dell’orto, gli affettati? Proviamo a fare chiarezza su un alimento che, più di tutti, manda in confusione: il prosciutto crudo.
A fornire preziose indicazioni, in tema di alimentazione e dolce attesa, è l’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Il suo decalogo, disponibile gratuitamente online, spiega quali sono gli alimenti da evitare, quali quelli da privilegiare. E quali sono le norme di comportamento che una futura mamma dovrebbe adottare per preservare la salute sua e del bimbo che porta in grembo. Perché, quando si tratta di alimentazione, si viene bersagliate di credenze popolari, falsi miti e consigli non richiesti. Col risultato che, inevitabilmente, la confusione aumenta.
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Come spiegato anche dall’Istituto Superiore di Sanità, la donna in dolce attesa deve garantirsi tutti i nutrimenti essenziali per sé e per il bambino. Non solo: deve anche tenersi lontana da malattie come la toxoplasmosi e la listeriosi. Ma davvero, il prosciutto crudo in gravidanza, aumenta il rischio di toxoplasmosi? In realtà, si tratta di un falso mito. Se è vero che il parassita responsabile dell’infezione vive (anche) nella carne cruda, è altresì vero che il prosciutto crudo non rientra tra gli alimenti “pericolosi”. L’ISS suggerisce infatti di evitare la carne cruda, se non congelata, le carni affumicate e gli affettati poco stagionati. Allo stesso modo, anche la listeriosi si nasconde negli alimenti crudi (pesce, carne, verdura), nel latte non pastorizzato, nei formaggi a pasta molle, nel paté di carne, nel pesce affumicato e negli affettati poco stagionati. Il prosciutto crudo in gravidanza, dunque, è sicuro proprio per questo: la sua stagionatura dura da un minimo di 10/12 mesi fino a tre anni.
Perché il prosciutto crudo in gravidanza è sicuro
A testimoniare la sicurezza del prosciutto crudo in gravidanza vi sono diversi studi condotti dai migliori istituti di ricerca nazionali e internazionali. Come si legge nella pubblicazione “Effects of time and temperature on the viability of Toxoplasma gondii tissue cysts in enhanced pork loin” del 2006, studi condotti in laboratorio anno dimostrato che – dopo 8 ore di refrigerazione – il protozoo alla base della toxoplasmosi si secca, se le concentrazioni saline sono superiori al 2%. Un secondo studio, condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, dimostra invece come le carni salate e stagionate per più di 30 giorni siano sicure. Caratterizzandosi proprio per il processo di stagionatura, va da sé che il prosciutto crudo in gravidanza sia un alimento sicuro.
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Le ovocisti del toxoplasma, infatti, muoiono sia se refrigerate, che se congelate a lungo oppure cotte. La coscia del maiale, da cui il prosciutto crudo viene ricavato, è salata e stagionata. Se anche l’animale fosse stato infetto, dunque, il lungo processo di salatura, disidratazione e stagionatura conduce alla morte del parassita. Fondamentale è però adottare qualche precauzione se si intende mangiare il prosciutto crudo in gravidanza: evitare gli affettati prodotti in casa, assicurarsi che l’affettatrice non sia stata utilizzata per tagliare affettati poco stagionati o carni crude. Infine, chiedere il prosciutto crudo con più lunga stagionatura e preferire le vaschette preconfezionate.