Fra i vari step della crescita dei nostri bimbi, arriva anche il momento in cui la mamma si domanda quando passare al latte vaccino. Sia per i bambini allattati al seno che per quelli che hanno assunto il latte artificiale per i primi tempi, ad un certo punto andrà fatto questo passaggio. Vediamo insieme quando sarebbe farlo e come.
Quello dell’allattamento è un momento molto particolare ed intenso, per tutte le donne. E’ lì che avviene il primo, reale contatto tra la madre e il bambino, il piccolo non ha ancora aperto gli occhi e non comprende davvero cosa gli stia accadendo, e chi siano gli “altri umani” che fanno capolino tutto intorno a lui, ma una cosa la comprende: ha fame!
Leggi anche: L’allattamento, il momento più intimo di ogni mamma, ma giudicato dal mondo intero!
L’allattamento al seno, però, non è sempre la scelta più scontata. A volte per le mamme non è possibile allattare al seno il proprio bambino, a seguito della scoperta di una serie di problematiche connesse alla naturale formazione della montata lattea, ed è quindi necessario ricorrere al latte artificiale. L’alimento che sostituisce il latte materno nel modo migliore, è il latte formulato, un preparato che contiene in parte latte vaccino, che viene poi modificato nella sua composizione, e reso il più possibile simile al latte della madre.
Il latte artificiale è estremamente digeribile, e contiene tutte le sostanze nutritive fondamentali per la crescita del bambino, che potrà assumerlo fino a che non verrà poi sostituito dal latte di mucca. Ma quale è il momento migliore per introdurre il latte vaccino nell’alimentazione del bimbo?
Quando passare al latte vaccino?
In realtà non c’è una timeline ben definita, negli anni i criteri di valutazione sono mutati notevolmente, e anche l’OMS ha suggerito un cambiamento in questo senso. Fino a pochi anni fa, infatti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, suggeriva di non introdurre il latte vaccino nell’alimentazione del neonato prima del compimento del primo anno di vita. Adesso, invece, gli esperti suggeriscono di andare oltre il secondo anno, e arrivare anche al terzo, laddove possibile.
Leggi anche: Chiara Ferragni dice che il latte artificiale è uguale al latte materno: il web insorge
Ma c’è qualcosa che “non va” il latte vaccino? No, non c’è niente, assolutamente niente, è bene specificarlo. Il latte di mucca è ottimo, è composto per la maggior parte da acqua (in percentuale superiore all’85%), e in più contiene lipidi, zuccheri, sali minerali e, soprattutto, proteine, in particolare la caseina. E questo rappresenta la sua unica “pecca“.
L’eccesso di proteine del latte comune, infatti, non sarebbe compatibile con quello che è il fabbisogno di un bambino che si trova nella fase iniziale dello sviluppo. Un regime alimentare che contempla un eccesso di proteine, in particolare per i primi 24 mesi, rappresenterebbe fra l’altro un fattore di rischio nello sviluppo dell’obesità in età adulta.
Leggi anche: I neonati e l’idratazione: quanta acqua devono bere durante il giorno?
Per quanto riguarda l’assunzione di latte vaccino, anche il nostro Ministero della Salute ha seguito la linea di condotta dell’OMS. Secondo le linee guida del Ministero della Salute, contenute nel documento sulla “Corretta alimentazione ed educazione nutrizionale nella prima infanzia”, nei primi 3 anni di vita, l’apporto energetico dovebbe provenire solo per il 10% dalle proteine, mentre la maggior parte delle sostenze nutritive dovrebbero essere costituite da carboidrati e grassi, rispettivamente nelle percentuali del 50% e del 40%.
Come passare al latte vaccino?
Il latte vaccino, comunque, resta un elemento fondamentale, ed assumerlo è molto importante, in ogni fase della vita, ma per poterlo introdurre in modo graduale nell’alimentazione del bambino, gli esperti consigliano di diluirlo. In questo modo, nell’arco di poche settimane, il passaggio potrà essere completato, senza conseguenze o fastidi per il piccolo.
Ma come si fa a diluire il latte vaccino per i bambini? L’ideale è stemperarlo utilizzando dell’acqua minerale, unitamente al 30% di latte vaccino. In questo sarà molto importante aosservare le reazioni del bambino, in presenza di questo gusto così “diverso”. Trascorsi i primi giorni di “prova”, è possibile aumentare la quantità di latte vaccino, con una proporzione del 50% rispetto all’acqua, poi del 70% e infine si arriverà ad un biberon contenente interamente latte di mucca.