Workin’ Moms, in onda su Netflix, è definita una delle migliori serie tv sulle mamme lavoratrici, soprattutto per via della sua incredibile schiettezza nel raccontare pro e contro di avere un figlio!
In uno scorcio di realtà, raccontato come solo le mamme sanno fare e senza mezzi termini. È così che Workin’ Moms, a circa 2 anni dalla sua messa in onda internazionale, è diventata una delle serie tv per mamme più amate, non solo per via della sua trama e della vena di tragi-commedia che si porta dietro, ma anche per la caratterizzazione dei personaggi per cui è stata fortemente acclamata dalla critica. Il suo successo è subito salito alle stelle, ed è per questo che attualmente è diventata un must tra le serie tv più viste di Netflix. Cos’ha di speciale? Oltre al fatto che ci si affeziona subito ai personaggi e che vi strapperà sempre e comunque una risata, Workin’ Moms tratta, senza giri di parole e schiettezza, della maternità e di come quest’ultima possa sconvolgere la vita di ogni donna (anche in negativo).
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La narrazione, infatti, non va certo a nascondere le difficoltà sia psicologiche e di adattamento di ogni mamma dopo il parto, ma anzi ne parla anche utilizzando al tempo stesso un certo tatto e inquadrando come sia difficile far quadrare tutto: lavoro, famiglia, vita di coppia, amicizia ecc.. In tutto questo le quattro amiche protagoniste, sebbene si sentano tutte equilibriste, cercheranno di affrontare i loro problemi facendosi forza tra di loro. Ma la chiave della serie tv non è solo nelle sue tematiche: vi spieghiamo perché Workin’ moms è da vedere anche con il proprio partner.
La trama di Workin’ moms
La serie tv per mamme più vista di Netflix, inquadra le vite e le storie di quattro donne: Kate, Jenny, Anne e Frankie (interpretate rispettivamente da Catherine Reitman, Jessalyn Wanlim, Dani Kind e Juno Rinaldi), hanno fatto amicizia ad un corso pre parto tenuto da una signora new age fuori dal comune. Tutte e quattro canadesi, vivono in un contesto da benestanti, con un lavoro ed un bambino appena arrivato e a cui inevitabilmente vanno tutti i pensieri: e sarà da qui che si avvicineranno parlando dei loro problemi e trascorrendo tempo assieme al di fuori del corso. Così si ritroveranno a farsi forza l’una con l’altra affrontando assieme (ma anche da sole) tutti i problemi dell’essere mamma: dal congedo maternità, allo spiegare al proprio marito che avere un altro figlio subito non è fattibile, soprattutto quando si parla di depressione postpartum.
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Per non parlare dei problemi di stampo relazionale con cui ognuna di loro deve fare i conti: quanto influisce un bimbo sulle amicizie? Sul rapporto di coppia? Su sé stesse? E mentre tra le tematiche vedremo anche il “jet lag” dell’avere un figlio (facendoci sentire meno sole), vedremo mamme e donne imperfette, irritabili, a volte incoerenti e piene di rimorsi, che cercano di portare avanti la propria vita, anche sbagliando, ma sempre cercando di non cadere a pezzi. Durante le quattro stagioni, insomma, sono elaborati tutti gli aspetti dell’avere un figlio e che vengono esposti con franchezza, alle volte sottolineando come mariti e partner tendano a “sminuire” oppure a non capirne le difficoltà. Ma il motivo che ci porta ad amare Workin’ Moms è anche il modo in cui riesce a farci riflettere.
Perché il telefilm sta piacendo?
La serie tv di Workin’ moms era già andata in onda per la prima volta nel 2017 sul canale della CBC Television. Ma dal gennaio 2019, Netflix ha acquisito i diritti ed annunciato la sua diffusione a livello mondiale. Da lì la fama: Catherine Reitman, interprete di Kate, non è solo l’attrice principale, ma anche sceneggiatrice e regista (piccola curiosità: anche suo marito, Nathan, Philip Sternberg, è davvero suo marito nella vita reale!). Mezza statunitense, mezza canadese e figlia d’arte, Catherine è riuscita a narrare la situazione della maternità canadese che, alla fine dei conti, è comune in tutto il mondo. Ma ciò che ha portato la serie tv alla ribalta non è stata solo la trasposizione della maternità lavorativa di ogni madre lavoratrice, bensì la narrazione.
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La Reitman è riuscita a trasporre tutto quello che riguarda la vita di una madre senza antiretorica, riportando in video concetti essenziali e palesi, niente di stereotipato, misto a contraddizioni e soluzioni complesse per ogni problema. Ovviamente la serie tv non inquadra supereroine, ma donne che vivono giorno per giorno la loro routine cercando di dare il meglio di sé mentre, seppur con un bambino, sentono molte volte di essere sole su un precipizio e lontane dai partner. Inoltre, proprio su quest’ultimo punto, tende a sensibilizzare il sesso maschile su quanto le donne possano diventare ancora più fragili in certi frangenti. E così, tra tira latte e insonnie notturne da un lato e la difficoltà anche nell’uscire a svagarsi per poche ore senza bambini dall’altro, la serie tv Netflix diventa una rassicurazione anche per le mamme sole e con un lavoro, motivo per cui anche in Italia la serie tv per mamme è diventata molto amata.
La dose di realtà della serie tv Netflix
Workin’ Moms, come abbiamo potuto capire non punta solo alla maternità, ma cita anche gli ostacoli da superare nella vita lavorativa dopo l’arrivo di un figlio: la trama parla della difficoltà delle mamme lavoratrici che, mentre si curano di portare avanti il proprio lavoro, non si esimono certo dalla cura dei figli. Quest’ultimo è un lavoro ugualmente duro e crescerli è un compito sociale e che spesso ricade tutto sulle spalle di un solo genitore, sebbene i mariti (come inquadra la serie tv) siano sempre iper disponibili o alle volte iper affettuosi. Ma il più delle volte le mamme con un lavoro hanno anche più bisogno di assistenza, rassicurazione e sostegno non solo nei confronti della propria famiglia, ma anche a livello economico.
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Senza giri di parole, sulle donne ricade spesso il grosso della cura della famiglia e il tutto mentre stiamo cercando di tenerci a galla con un lavoro, cercando di lottare per far valere sé stesse nell’ampio mondo lavorativo che spesso, per una donna in dolce attesa, diventa un’incognita. Infatti quante volte nel mondo del lavoro una donna in dolce attesa non rientra nel congedo maternità, ma viene licenziata? In quante parti del mondo possono esserci questi rischi? In Italia il 50% delle donne non lavora (almeno ufficialmente, poi c’è il lavoro in nero, che assorbe gran parte di queste donne), diventando più particolare anche nel Mezzogiorno. Contemporaneamente i dati Istat spiegano di come il Paese stia solo invecchiando e non si facciano più bambini o se ne facciamo pochi, portando così il welfare futuro in negativo.
Tematiche che al giorno d’oggi non possiamo ignorare e che, sebbene con tatto e quasi velatamente, vengono anche sottolineate nella serie tv Netflix in maniera altrettanto chiara.
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