Molti bambini non sanno nemmeno più fare una capriola, molti bambini non sanno giocare a ruba bandiera o non sanno stare a gambe incrociate, non sanno saltare una corda o correre palleggiando una palla.
Un quadro allarmante di un contesto sempre più vicino alle famiglie italiane, dove l’attività fisica, lo sport e le attività all’aria aperta spesso vengono scalzate dalla vita sedentaria e domestica.
Parliamo di analfabetismo motorio, una sindrome che sta colpendo sempre più bambini di età scolare e prescolare che si manifesta nel bambino nell’aver difficoltà nel coordinare e rapportarsi con il proprio corpo.
L’analfabetismo motorio può essere un grande limite per i bambini
In termini tecnici l’analfabetismo motorio consiste in una ridotta competenza motoria del bambino, laddove la competenza motoria si valuta in relazione alle potenzialità medie rispetto all’età anagrafica ed è traducibile nella capacità di fare capriole, stare in equilibrio, essere coordinati e correre.
Sembra assurdo parlare di questo quando oggigiorno si sentono bambini presi da mille attività extra scolastiche, in realtà i dati emersi da studi di settore evidenziano come in effetti sono tanti, tantissimi, e forse troppi i bambini che non praticano attività sportive ma soprattutto sono chiusi dentro le mura domestiche.
Quali sono le cause dell’analfabetismo motorio
Le cause dell’ analfabetismo motorio sono riconducibili a diversi fattori: a determinare questa condizione è la vita sedentaria, internet, tablet, smartphone e canali social sono solo alcuni degli aspetti che hanno contribuito alla crescita del fenomeno.
Parliamo anche di minori possibilità economiche da parte delle famiglie che, dovendo effettuare dei tagli al bilancio, non di rado tagliano sullo sport, ma anche la vita cittadina che non favorisce la socializzazione dei ragazzi in piazze, vie e cortili, ma soprattutto una società sempre più individualista.
Proviamo a chiederci quante volte il telefonino ci ha salvato una serata con gli amici.
E’ fantastico come lo smartphone ci faccia passare una cena in tranquillità tra amici, è fantastico come il telefonino distragga il bambini mentre noi riusciamo a farli mangiare, è altrettanto fantastico riuscire a fare la spesa con il bambino nel carrello e lo smartphone in mano. Ma ci siamo chiesti tutto questo dove ci porterà? Bambini piccoli che non sanno parlare, non sanno addirittura camminare ma con quel ditino fanno su e giù per lo schermo del nostro telefono per scegliere le canzoncine o i video preferiti.
Vengono catapultati in una visione della vita non reale, vengono assorbiti dalle immagini in video e dai suoni e molto spesso sono frastornati e disorientati nel tornare nella realtà.
Tutto questo è un terribile quadro della nostra quotidianità che purtroppo non porta nulla di buono.
Mancano i momenti di socializzazione, i bambini a casa vengono schiaffati davanti la tv con i video e le canzoncine di You Tube e non giocano con le costruzioni, a cena fuori stanno seduti immobili nel seggiolone con il telefonino in mano, quando una volta il loro sfogo era correre nei giardini dietro ad una palla.
Come combattere l’analfabetismo motorio
I dati parlano chiaro: l’Italia è il paese più sedentario d’Europa e i bambini fanno troppo poca attività motoria.
Si gioca sempre meno all’aperto e i bambini rimangono incollati a tv e tablet per troppe ore ogni giorno, perdendo così l’abitudine di giocare in strada o nel cortile di casa con gli amichetti.
E’ ormai da anni che si stanno monitorando le conseguenze di questa situazione e si parla di analfabetismo motorio proprio perché i piccoli di oggi hanno serie difficoltà nella coordinazione e nell’approccio con il loro corpo.
Si stima che la popolazione italiana in un’età compresa tra i 3 e i 24 anni dedichi alla pratica sportiva solo il 5,7% dello suo tempo libero, pari a una media di appena 2 ore e 13 minuti la settimana, questo fa del nostro un Paese estremamente sedentario.
Ma i bambini hanno bisogno di vivere all’aperto, di saltare i fossi, di scavalcare muretti, di arrampicarsi sugli alberi, di stare assieme ad altri bambini e di sviluppare le proprie competenze motorie e relazionali liberamente. Niente di più e niente di meno di quello che facevano i loro genitori nell’epoca della pre digitalizzazione.
Nessuno meglio di loro può sapere infatti di cosa ha bisogno il loro corpo e cosa è pronto a fare in quel preciso momento dello sviluppo e noi adulti abbiamo il dovere di lasciargli fare tutto questo educandoli al rischio ed al saper mettersi in gioco con il proprio corpo.
Non lasciamo che i nostri figli perdano quello con cui i loro genitori sono cresciuti, giocare a nascondino piuttosto che saltare con la corda, o girare all’interno dell’hula hoop, ma soprattutto limitiamo drasticamente l’uso dei telefoni, la visione di video demenziali che girano in rete e programmi che non solo non stimolano la loro fantasia, ma esaltano l’ascolto passivo di storie che li ipnotizzano e non li lasciano liberi di esplorare il mondo con le loro mani.