Le nostre scelte educative hanno conseguenze importanti sullo sviluppo emotivo e cognitivo dei nostri figli, infatti sin da piccoli loro assorbono tutti quelli che sono i nostri comportamenti, corretti o sbagliati che siano. Dallo stato d’animo ai cambiamenti del tono di voce, ai cambiamenti di umore, ai comportamenti della quotidianità. Alcune ricerche hanno pertanto definito che anche l’utilizzo degli smartphone è uno di quei comportamenti che vengono assorbiti dai nostri figli, diventando strumenti di uso comune anche per alcune attività dove l’utilizzo potrebbe non essere idoneo.
Da recenti studi emergono dati piuttosto allarmanti, dati che parlano di genitori sempre connessi e sempre più digitali, un quadro che secondo gli specialisti non rassicura sugli effetti futuri, incrementando stati di ansia, agitazione e stress.
L’utilizzo dello smartphone è troppo presente nella quotidianità
Gli intervistati di uno studio condotto dall’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te), sono stati 2682 tra genitori, adolescenti e bambini. Dallo studio è emerso un costante utilizzo dei dispositivi mobili all’interno della famiglia anche in momenti di aggregazione, tipo pranzo e cena, davanti alla tv ed in altre occasioni di condivisione familiare.
Nella fascia di età tra 0-4 anni oltre la metà dei genitori usa lo smartphone durante le poppate o per lo svezzamento, limitando per cui le giuste attenzione a quel preciso momento. Il 64% intrattiene i figli con dispositivi digitali durante il giorno. Il 36% dei genitori non racconta più le favole della buonanotte ai propri figli nei primi tre anni di vita, ma le sostituisce con applicazioni dello smartphone, canzoncine, melodie o storie parlate. Il 22% non canta più le ninne nanna, delega questo compito agli assistenti vocali. (Fonte Web).
L’allattamento digitale come dipendenza tecnologica
I dati dunque fanno molto riflettere sulla difficile situazione in cui stiamo crescendo i nostri figli, delegati agli smartphone per i più banali degli intrattenimenti. Possiamo chiamarle dipendenze tecnologiche a tutti gli effetti perché ormai ogni cosa è delegata alle app del nostro smartphone. Un dato molto raccapricciante è quello che emerge nel momento dell’allattamento, infatti il 54% dei genitori allatta i figli mentre sta utilizzando il cellulare compromettendo il valore non solo emotivo ma anche relazionale che si instaura tra genitore e figlio. Lo smartphone è evidente è ormai sempre più presente nella vita di genitori e minori, fin dalla più tenera età. I genitori usano lo smartphone durante le poppate, intrattengono i figli con i device durante la giornata, li usano in loro presenza, li usano per intrattenerli durante la spesa o durante la cena, glieli offrono quando sono fuori casa per tenerli occupati, quando sono stanchi, o agitati per calmarli. Quella che poteva essere una situazione di emergenza oggi è diventata una situazione di comodità a cui sembra quasi impossibile rinunciare.
Giovani sempre più dipendenti dallo smartphone
Allarmanti sono anche i dati che riguardano i giovani, uno studio dello scorso anno della medesima Associazione ha evidenziato che nella fascia di età 9-14 anni, il 98,2% dei ragazzi interpellati usa i device durante la giornata, il 42,4% mentre mangia, ben il 61,7% prima di addormentarsi, il 9,4% addirittura durante la notte. L’80,9% dichiara di annoiarsi in casa quando non li usa e il 32,4% anche fuori casa, più della metà (56,7%) preferisce rimanere connesso piuttosto che uscire all’aria aperta. Il 77%si sente molto arrabbiato quando lo fanno disconnettere e la metà (50,5%) chiede e sente il bisogno di andare online quando è stanco o agitato. Anche i figli più grandi, infine, il 48%, si sentono trascurati dagli adulti che sono online in loro presenza. (fonte web)
Gli esperti palano di gravi ripercussioni nella vita sociale
“Ma attenzione perché un uso sempre più eccessivo e precoce può avere conseguenze negative sul piano psicologico e sociale e potrebbe perfino causare problemi di salute nel percorso di crescita e sviluppo – afferma Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta, Presidente dell’Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche e Cyberbullismo (Di.Te) – molti adulti, usando in modo non pienamente consapevole la tecnologia e non conoscendo i rischi reali del suo utilizzo nelle diverse fasce di età, è come se abdicassero il loro ruolo di educatori. Come genitori dovremmo, invece, essere un punto di riferimento autorevole per i nostri figli, dovremmo dare e rispettare regole, ma anche coltivare il dialogo, spesso invece giustifichiamo tutto, lasciamo correre senza pensare alle conseguenze”. Le attività legate agli smartphone distraggono e distolgono l’attenzione dalla nostra attività principale e spesso lasciano un senso d’insoddisfazione e inrealizzazione nella vita quotidiana.
“La relazione che si instaura tra la madre e il figlio ha un valore fondamentale nello sviluppo psico-emotivo e relazionale del bambino – continua Lavenia – è un legame d’amore, che va oltre il nutrimento fisico. Si alimenta con il contatto pelle contro pelle, con gli sguardi, le coccole, gli abbracci, la voce calma con cui si parla al neonato. Dedicarsi quindi pienamente al momento dell’allattamento, senza farsi disturbare dall’uso della tecnologia, contribuisce sicuramente a creare quell’atmosfera di calore e protezione, fondamentale per costruire con i figli un rapporto sereno, ma non paritario, fin da quando sono piccoli”.
Importante infine sottolineare l’impatto che un uso smodato della tecnologia può avere nella gestione delle relazioni e delle emozioni nella vita reale, sono in aumento i casi in cui i giovani preferiscono vivere le relazioni online piuttosto che fare esperienze nella vita reale, uscire e incontrare gli amici. Un fattore piuttosto allarmante.
Altra questione da non sottovalutare è l’utilizzo degli smartphone durante i pasti.
Una connessione cervello-intestino spiega infatti la ragione dello stress e i fattori psicologici strettamente legati alle disfunzioni intestinali e ai sintomi gastrointestinali. “Usare per esempio la tecnologia durante uno dei momenti fondamentali che guidano la nostra vita, cioè mentre mangiamo, non è una buona abitudine perché cattura la nostra attenzione, distraendoci”, continua Cinquetti. “Capita così che non sappiamo neppure cosa stiamo mangiando. È importante, invece, riuscire a coinvolgere i nostri figli, fin dallo svezzamento, stimolarli nella scoperta dei diversi alimenti, nelle loro caratteristiche peculiari e nei loro gusti. Per costruire così una relazione sana con il cibo e con le persone con cui condividiamo il tempo della tavola”, conclude Cinquetti. (fonte web).
Ebbene se siamo noi gli esempi che i nostri figli devono seguire, allora non dobbiamo far altro che cambiare i nostri comportamenti e cercare di essere più attenti alle esigenze dei nostri figli, attenti alle loro esigenze ma soprattutto molto più presenti e meno connessi!