Se qualcuno dice che per il secondo figlio ci vuole coraggio, forse un motivo c’è. Ma tu sei quella che invece -chissà perché – pensa che, dopo essere sopravvissuta al primo, il secondo sarà una passeggiata.
Quando ho scoperto di essere nuovamente incinta del secondo figlio, lì per lì in realtà sono stata assalita da un’ansia terribile. Però devo confessare che è durata poco, perché è subito subentrata una sorta di (stolta) sicurezza data dall’esperienza.
Nella mia testa io mi sono immaginata un secondogenito dalle sembianze angeliche. Che non avrebbe mai pianto, che avrei allattato con i miei litri di latte beatamente fino a data da destinarsi. Che avrei portato con me ovunque, anche a lavoro, a cena fuori, al mare negli orari in cui ormai andava Lavinia. Insomma, avevo immaginato e mi ero proprio auto-convinta che il mio secondo figlio sarebbe stato un santo e poi, io e mio marito, non avremmo mai commesso nuovamente gli errori fatti con Lavi.
L’arrivo del secondo figlio…
La mia testa, si sempre quella un po’ contorta di prima, mi diceva che mio figlio avrebbe dormito beatamente giorno e notte. Che non ci avrebbe “tolto” nulla, ma solo aggiunto tanto altro amore alla nostra famiglia.
9 mesi dopo l’inizio dell’invenzione di questa serie di ca**ate è arrivata Elisabetta e la differenza con Lavinia l’ho vista già la prima notte dopo il parto in ospedale. Elisabetta ha pianto ininterrottamente tutti i giorni e tutte le notti per i primi 5 mesi della sua “carriera”. Elisabetta in quei 5 mesi ci ha consumati come, neanche se avessi fatto dei calcoli realistici al posto di raccontarmi tutte quelle cavolate, avrei mai potuto prevedere.
E l’esperienza della prima gravidanza non mi ha aiutato proprio per niente. Si, sapevo già cambiare il pannolino, ma la seconda era completamente diversa dalla prima. Tutte le mie consapevolezze se ne sono andate in fretta a farsi benedire.
I primi mesi di Elisabetta sono stati davvero duri perché lei è stata dura, ma comunque gestire due figli è un vero casino ragazzi. Almeno, quando avevo solo Lavi piccola e lei dormiva, potevo (più o meno) riposare anche io e invece qui stacchi con una e l’istante dopo attacchi con l’altra.
E vogliamo parlare di quando decidono di piangere tutte e due insieme??? Quante volte mi guardo allo specchio e mi dico: “Vabbè adesso piango anche io!”. E vi aggiungo: vogliamo parlare di quanto si ammalano tutte e due insieme? Che la grande grida “mamma devi stare con meeeee!” perché ha male pure al dito del piede e ai capelli (questa è l’ultima trovata di Lavinia che ammetto essere molto creativa!). E tu hai la neonata in braccio urlante che non sai dove metterti.
1 è 1 ma 2 sembrano 11…
Poi, per carità, va detto che ci sono anche “colleghi” che fanno dormire i genitori la notte e che non piangono mai (si, pare che qualche esemplare esista!!!) e, chiaramente, magari l’esaurimento raggiunge livelli più decenti, ma, secondo me, la differenza tra un figlio e due è veramente tanta a livello di gestione e di equilibrio familiare.
“1 figlio è 1, ma 2 sembrano 11!!!” lo diceva mia nonna, che poi – non so con quale coraggio – ne aveva fatti 6, ed è la frase più sensata che abbia sentito nella mia vita.
Non mi vergogno affatto di confidarvi che io e mio marito da quando è arrivata Eli abbiamo vissuto un momento di profonda crisi, ma credo anche che la cosa valga per tanti – se non tutti – i neo genitori, bis e tris. Penso sia evitabile solo se hai la fortuna di condurre una vita più agiata (e vabbè un figlio che dorme 8 ore di fila che ve lo dico a fare?!), in cui il marito non torna a casa alle 10 di sera, non devi pulire la casa da sola e la tata ti regala puntualmente la possibilità di farti una doccia o una dormita salvavita di un’ora la mattina alle 8 quando tu hai fatto nottata e il tuo seno, la tua schiena e i tuoi 4 neuroni rimasti in vita chiedono pietà.
Vi ho descritto in qualche riga la mia storia da neo-mamma bis, ma credo che la mia penna potesse appartenere tranquillamente a tante di voi che, come ci scriviamo spesso nei nostri scambi di consigli (o di deliri), siamo poi tutte sulla stessa barca… che affonda 🤪
Il film “Figli”
Ebbene, ho appena visto un film che mi ha ricordato tutto questo: che siamo stanche, che siamo esaurite, che la nostra vita sentimentale a giorni alterni sembra andare a rotoli, che l’idea di scappare da sole alle Maldive (si potrebbe a questo punto pensare ad un raduno che dite?) si fa sempre più concreta, ma che, nel nostro gran casino ci siamo noi, la nostra famiglia, la nostra vita e la nostra felicità.
Dal 23 GENNAIO AL CINEMA vi consiglio di rapire il marito o le amiche ed andare a vedere “Figli” un film interpretato da Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea che rappresenta la sacrosanta verità delle famiglie italiane e che, vedrete, vi farà sentire meno sole! Potete vedere il trailer cliccando qui!
Alla prossima!
Laura
Questo post nasce da una reale collaborazione con Vision Distribution –
2 Commenti
Tre figli tre angeli notti in bianco zero o quasi e di questo gliene sarò sempre grata… Ma la stanchezza era tanta col primo sono stata male fisicamente e non riuscivo a riprendermi mio marito non capiva mi sentivo molto sola… Terzo figlio profonda crisi di coppia iniziata col test di gravidanza e proseguita per mesi dopo la nascita…ma l abbiamo superata ora le tre pesti sono grandetti..e la stanchezza è diversa ma sempre tanta: scuola compiti sport spostamenti… E il lavoro fuori e dentro casa… Ma che ne sanno i papà a volte scambierei i ruoli non spravviverebbe dopo un ora
E’ dura in qualsiasi caso e ad ogni età. E’ la cosa più bella del mondo essere madri, ma è innegabile il carico fisico e mentale che dobbiamo affrontare. Si, i papà, anche i più attivi – e sono ancora troppo pochi – ne sanno sempre meno di noi sono d’accordo, ma dobbiamo assolutamente far si che ci sia una divisione dei compiti al 50% sennò non se ne esce!!!