Vaccino anti Rotavirus: ne abbiamo parlato insieme alla pediatra di famiglia, Dott.ssa Vanessa Perone. Oggi siamo qui per chiarirci le idee insieme.
Il 10 giugno ho avuto il piacere di partecipare ad una diretta Facebook, organizzata da Fattore Mamma. Da sempre in prima linea per offrire informazioni e occasioni di confronto per noi mamme. Insieme alla pediatra di famiglia, Vanessa Perone e all’educatrice perinatale Giulia Lora, abbiamo parlato dell’importanza del vaccino anti Rotavirus e di tanti argomenti utili per tutte le neo-mamme.
Questo evento è stato voluto per promuovere la campagna di sensibilizzazione e di prevenzione “Una preoccupazione in meno” contro i rischi del Rotavirus. Realizzata da GSK con l’approvazione del Ministero della Salute e il patrocinio della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). Il nome, da cui trae spunto anche l’hashtag della campagna, è #unapreoccupazioneinmeno.
Vaccino anti Rotavirus: una preoccupazione in meno contro il Rotavirus
In occasione dell’incontro con la pediatra e l’educatrice è emerso come il Rotavirus sia il virus più comune in bimbi molto piccoli e nei neonati. Responsabile di diarrea e vomito anche molto gravi e l’unico modo per proteggersi pare proprio essere la prevenzione.
Pensate che la gastroenterite da Rotavirus in Italia, prima dell’introduzione della vaccinazione,
faceva registrare, circa un caso al minuto, ovvero 27.000 al mese. Per un totale di più di 400.000 bambini colpiti ogni anno. In Europa, in epoca pre-vaccinale, si stimava che le gastroenteriti acute da Rotavirus fossero responsabili ogni anno di 231 decessi, di oltre 87.000 ospedalizzazioni e quasi 700.000 visite mediche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, proprio per questo, ha emanato nel 2009 una raccomandazione affinchè la vaccinazione anti Rotavirus venisse inclusa nei programmi vaccinali di tutti i Paesi.
Cosa è successo con il lockdown
Purtroppo, a causa del lockdown, dal 30 all’80% delle vaccinazioni, comprese quelle obbligatorie, sono state rimandate. La Dott.ssa Perone, pediatra di famiglia, ci ha tenuto a specificare che queste malattie infettive però non devono passare in secondo piano. Ora che le strutture hanno ripreso la loro regolare attività, è opportuno continuare ad occuparsi della prevenzione dei più piccoli! Al fine di ridurre il rischio di contrazione delle gastroenteriti da Rotavirus anche la Federazione Italiana dei Medici Pediatri raccomanda vivamente di ricorrere alla vaccinazione.
Questa malattia, infatti, è molto frequente oltre che molto contagiosa. Tanto che la maggior parte dei bambini sotto i due anni la sviluppano almeno una volta. È stato bene ricordare che questo virus può essere contratto ovunque. Il Rotavirus, infatti, è un virus in grado di sopravvivere fin troppo bene nell’ambiente nonché estremamente contagioso. Si trasmette con grande facilità per via oro-fecale, ma anche attraverso il respiro od il semplice contatto con superfici contaminate, non esclusi i giocattoli.
“Una preoccupazione in meno” è stata realizzata da GSK con l’approvazione del Ministero della Salute e il patrocinio della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP). L’obiettivo è diffondere maggiore consapevolezza tra i genitori e si propone di aiutare noi mamme e i papà a riconoscere la malattia e prevenirla attraverso il metodo più efficace: la vaccinazione.
Come riconoscere il Rotavirus
Il Rotavirus non è un semplice virus intestinale. Il pericolo maggiore legato a questa malattia è sicuramente la disidratazione a cui va incontro il bambino. Diarrea e vomito possono presentarsi con una frequenza molto alta, sfiorando i 20 episodi giornalieri e l’infezione. Può durare dai quattro agli otto giorni circa, è parecchio fastidiosa e può rivelarsi anche molto pericolosa.
Proprio per questo è importantissimo parlare di prevenzione. Molti genitori sono ancora scettici riguardo questo vaccino, ma come è stato più volte sottolineato dalla Dott.ssa Perone, è giusto che sappiano che è assolutamente sicuro. In assenza di vaccino, la malattia può dare origine a conseguenze anche gravi che richiedono l’ospedalizzazione. Badate, il vaccino non impedisce totalmente l’insorgere dell’infezione, ma rende la malattia di gran lunga meno aggressiva e scongiura l’aggravamento della stessa.
Va detto, inoltre, che non esistono farmaci specifici per il trattamento del Rotavirus. Non sono da utilizzare gli antibiotici che non hanno alcuna azione sui virus. Questa malattia è stressante per tutti. Per i bambini innanzitutto che presentano sintomi particolarmente fastidiosi e che possono diventare anche molto gravi. Ma anche per i genitori che potrebbero farsi prendere dall’ansia nel gestire la situazione. Se poi in casa ci sono fratelli o sorelle, anche questi è quasi inevitabile verranno contagiati. La Dott.ssa ha specificato inoltre che l’aver contratto una volta il virus non crea immunità. Le prime infezioni sono solitamente le più forti e quindi anche quelle più pericolose.
In cosa consiste il vaccino anti Rotavirus
Specifichiamo subito che la vaccinazione anti Rotavirus è inserita nel calendario del Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2017-2019. E’ inclusa tra i Livelli Essenziali di Assistenza per via della sua elevata importanza per la Sanità Pubblica.
La somministrazione di Rotarix, vaccino anti Rotavirus, potrebbe avvenire contestualmente alla vaccinazione esavalente al terzo e al quinto mese d’età. La vaccinazione in questione, infatti, viene fatta dopo 42 giorni di vita (la prima somministrazione) e poi dopo un mese (la seconda somministrazione).
Il vaccino è un virus vivo attenuato che viene somministrato per bocca (non tramite puntura). Con esso, qualora i nostri figli contraggano il virus, i sintomi dovrebbero limitarsi ad un po’ di irritabilità e ad un mal di pancia. Scongiurando così ipotesi più gravi che richiedono l’immediata ospedalizzazione. Insomma, parliamo di banali disturbi che guarirebbero in pochi giorni senza altre complicazioni.
Considerati i molteplici ricoveri di bambini sotto i due anni con Rotavirus, il rapporto rischio/beneficio è decisamente a favore del beneficio, ha precisato la Dott.ssa Perone.
Come abbiamo detto poc’anzi, inoltre, il vaccino per il Rotavirus, a differenza di tutti gli altri, è somministrato per via orale e non con puntura. La procedura può essere eseguita anche dal pediatra di famiglia e può essere somministrato anche insieme ad altri vaccini.
I sintomi del Rotavirus: come riconoscerlo?
I sintomi del Rotavirus sono quelli della gastroenterite, ovvero vomito e diarrea. A volte può comparire anche la febbre, ma non è un sintomo necessario. Definire che si tratti di Rotavirus solamente dai sintomi è alquanto complicato, una diagnosi certa la si ha poi con l’esame delle feci. L’esame però viene fatto solo nei casi in cui il piccolo sta davvero tanto male. Nelle sue declinazioni meno gravi, il trattamento per il Rotavirus prevede la reidratazione del bambino, importantissima per compensare la massiccia perdita di liquidi.
La malattia ha un periodo di incubazione di circa due giorni. Se il bambino sviluppa una forma blanda di diarrea, guarisce in poco tempo senza bisogno di nessun trattamento. Solitamente, nei neonati con meno di tre mesi i sintomi sono molto lievi, se non addirittura assenti. Questo grazie ancora alla protezione degli anticorpi materni. Come abbiamo detto, la disidratazione è una delle conseguenze più gravi e i sintomi di essa sono: sonnolenza insolita, sete eccessiva, urinazione ridotta e bocca secca.

Sicurezza dei neonati prima di tutto
In occasione della diretta di cui vi parlavo, abbiamo inoltre fatto una chiacchierata sul tema della sicurezza dei neonati con l’educatrice perinatale Giulia Lora che ci ha chiarito dei punti molto importanti in vista del rientro a casa dopo il parto. L’educatrice ha raccomandato:
- Di seguire le indicazioni fornite al momento delle dimissioni circa le tempistiche per fare il primo bagnetto al neonato, aspettando solitamente la caduta del moncone ombelicale. Di viverlo come un momento rilassante per la mamma e per il bambino. Per cui, se durante i primi tempi il neonato non ne risulta entusiasta, non ci sarà bisogno di farlo tutti i giorni o tutte le sere. Ha precisato che non esiste un momento della giornata più adatto per farlo, ma secondo le nostre esigenze.
- Di prestare sempre attenzione quando si cambia il bambino. Che si possieda un fasciatoio o no, l’importante è avere sempre tutto a portata di mano. Non lasciare mai il neonato, perché in un attimo potrebbe girarsi e noi scoprirlo per la prima volta.
- Di prestare molta attenzione alla sicurezza in particolar modo in relazione al momento della nanna per scongiurare il rischio di SIDS (morte in culla). Quindi: mai fumare in presenza del bambino (prestare attenzione anche al fumo passivo). Non lasciare nulla all’interno della culla (dai peluches al paracolpi), evita di coprire eccessivamente il bambino e comunque non oltre l’altezza delle ascelle. Infine, mantenere la stanza in cui dorme (fino ad 1 anno è sempre preferibile nella stanza dei genitori, ma mai nel loro letto!) sempre ad una temperatura che si aggiri fra i 18 e i 20 gradi.
In un periodo come quello che stiamo vivendo, ora più che mai, dovremmo aver compreso che è fondamentale aumentare il grado di protezione nei confronti dei nostri bambini. Grazie a quest’incontro, speriamo di avervi fornito delle informazioni utili in merito e sottolineato quanto sia importante informarsi e fare prevenzione.
Per maggiori informazioni potrete visitare il sito della campagna #unapreoccupazioneinmeno
Grazie per l’attenzione.
Laura

