Nessuno potrà insegnarci come giocare con i bambini e ciascuna di noi farà certamente del suo meglio secondo le proprie attitudini e metodologie. Ma, in realtà, sono molte le cose che non conosciamo sull’argomento.
Dovremmo innanzitutto partire dall’assunto che giocare con i bambini è il momento più costruttivo per loro per imparare.
Badate, non intendo imparare a giocare, ma proprio imparare a rapportarsi e vivere all’interno della società.
Infatti, il valore educativo del gioco è davvero eccezionale sin dai primi mesi di vita dei nostri figli e ciò perché i bambini vivono in una dimensione di gioco perenne. Per loro non esiste altro se non il gioco. Giocare è tutto ciò che gli serve per relazionarsi con il mondo ed, in primis, con se stessi.
Tutte le informazioni che vi darò le ho assunte in occasione di un interessante incontro “Scoprire le sue passioni è un gioco”. Organizzato da Fisher-Price con la famosa pedagogista Elena Urso che ha chiarito tanti dubbi sull’argomento (oltre ad aver risposto ad una valanga di domande poste da noi mamme!) E mi ha incoraggiato a “praticare correttamente” il gioco per rafforzare il rapporto fra mamma e figlio. Sono nozioni che disconoscevo e che mi hanno fatto capire che molte volte si finisce per dare troppa poca importanza ad argomenti che invece ne meriterebbero molta di più. Dovremmo guardare più spesso il mondo con gli occhi dei nostri figli.
Cosa ho imparato sul gioco con mia figlia
Trovare il gioco giusto per i nostri bimbi è davvero importante. Per fortuna, brand come Fisher Price, aiutano le nostre scelte perché sanno benissimo cosa piace di più a nostri figli ed anche a noi mamme. In questi due anni di acquisti e regali, ho trovato infatti i giochi della linea Fisher Price molto stimolanti ed educativi per ogni fascia d’età e fase di crescita.
Ma andiamo al sodo ed analizziamo i passaggi che ho ritenuto più rilevanti del complesso discorso affrontato dalla pedagogista.
La Dott.ssa Urso ci ha spiegato innanzitutto che i bambini, almeno per i primi due anni di vita, vivono in una dimensione che potremmo definire di ingiustizia cosmica e totale egocentrismo. Lì qualunque cosa non vada secondo i loro piani è sbagliata ed è praticamente impossibile insegnargli a farsene una ragione o pretendere che capiscano il perché. I bambini, in sostanza, non riescono ancora a mettersi nei panni della mamma o a distinguere ciò che è giusto e cosa invece non lo è.
Vi faccio qualche esempio pratico che abbiamo analizzato insieme durante l’incontro:
- Quando Lavinia tira i giochi per aria, secondo quanto riferito dalla pedagogista, non sarebbe per disubbidire o fare una monelleria, ma solo perché è il suo unico modo per comunicare che ciò che sta facendo l’ha in qualche modo delusa o addirittura frustrata.
- Se giochiamo con le costruzioni, io creo e lei distrugge tanto che, dopo un po’, mi spazientisco pensando di giocare da sola o comunque senza uno scopo. Pare invece che la “tendenza a distruggere”, che io tanto detesto, non sia altro che curiosità e voglia di sperimentare.
Ecco, avreste mai detto queste cose? Io no! Ogni volta che tira i giochi per aria cerco di spiegarle che non si fa. Quando mi distrugge il grattacielo di costruzioni, mi offendo pure.
Invece, inevitabilmente, loro nel gioco molto spesso esprimono quello che non riescono a dire. Tendono proprio ad agire le proprie emozioni. E quindi, insomma, dovremmo lasciarli liberi di fare. Chiaro che poi per tutto c’è una misura.
Un ultimo consiglio…
Infatti il consiglio della pedagogista per l’età 0-2 anni è proprio quello di lasciare spazio ai bambini, di stimolarli, ma anche di concedergli più autonomia possibile.
Ecco perché dai 6 mesi in su (o comunque da quando riescono a star seduti da soli) è consigliabile anche lasciarli giocare da soli per qualche minuto.
Dopo gli 8 mesi, quando cominciano le paure, per aiutarli al distacco ed a vincere l’ansia dell’abbandono, sono raccomandabili inoltre i giochi che appaiono e scompaiono. Pensiamo ad esempio al cucù con il loro personaggio preferito o al nascondino. Mi raccomando però perché in quest’ultimo caso è fondamentale trovarli. Hanno proprio bisogno di essere trovati per capire che noi non li abbandoneremo mai!
Parlavamo prima di giochi tirati per aria, o anche ad esempio di album per colorare strappati. A noi sembra stiano combinando disastri e vorremmo metterci le mani ai capelli, ma in realtà i bambini non stanno facendo altro che scoprire qualcosa di nuovo.
Ecco perché un altro ottimo modo per giocare con i bambini potrebbe essere quello di lasciargli un cassetto aperto e permettergli di tirare fuori tutto ciò che c’è dentro. Queste sono proprio cose da lasciar fare perché per loro la scoperta dell’ignoto è molto formativa.
In ogni caso, ciò che raccomanda la Dott.ssa Urso è di giocare con loro solo se e quando ne abbiamo davvero voglia. Per i bambini l’aspetto fondamentale del gioco, qualunque esso sia, è il divertimento. Giocando insieme, il nostro divertimento sarà per i bimbi fondamentale a contribuire anche al loro. Se noi siamo stanchi o per qualche motivo contrariati, loro lo percepiranno. Il nostro divertimento nel gioco è una cosa che loro memorizzano perfettamente. Se facciamo un gioco che ci annoia, si annoieranno anche loro, piuttosto non ci sarà nulla di male nel scegliere un gioco che piace e diverte anche noi.
I papà più bravi delle mamme nel gioco?
Sapete inoltre che i papà generalmente sanno giocare meglio delle mamme? Ebbene si, pare proprio che i papà giochino benissimo perché si dimenticano di quel senso di onnipotenza dei bambini che invece noi mamme tendiamo inconsciamente a rispettare. I papà quando giocano vogliono vincere, giocare a modo proprio. Questo è molto positivo per i bambini perché vengono introdotti in una sorta di piccola frustrazione protetta. E’ giusta perché cominceranno così ad abituarsi alla realtà della vita.
Per quanto concerne invece il rapporto con i coetanei, va detto che per i primi 3 anni di fatto i bambini pare interagiscano poco e niente. Anche al nido, ad esempio, giocano vicini più che insieme. Giocano a rubarsi i giochi e, si, anche a litigare, ma comunque il loro grado di interazione non supera questi limiti.
In ogni caso, ciò che è importante per noi mamme è cercare di non intervenire nelle relazioni fra bambini. Se sono in disaccordo, bisogna infatti lasciarli fare. Magari decideranno di non giocare più insieme, ma possiamo star certe che loro il proprio equilibrio sapranno bene come ristabilirlo.
Nelle foto vedete Lavinia impazzita all’arrivo dei suoi nuovi giochi Fisher-Price. Uno più educativo dell’altro, come piacciono a noi!
Spero con questo post di avervi fornito qualche spunto interessante, così come lo è stato per me in occasione della chiacchierata con la Dott.ssa Urso. La ringrazio insieme a Fisher Price che ha reso possibile questa esperienza.
Alla prossima!
Laura
#eccocosapensa #playmore
-Post in collaborazione con Fisher Price-
2 Commenti
Ah ok ma questo è solo un blog di pubblicità ! Peccato …che delusione. Comunque cara tacco 12 …rimbambire i bimbi con mille giochi è altamente diseducativo. Inoltre …meglio l’aria aperta e una palla (adatta alle vaie età) piuttosto che marchingegni sonori che ti illudono che , se li compri, tuo figlio sarà più sveglio …
Leggo ora “Comment awaiting approval” … quindi sarò certamente ??. Vabbè pazienza. Comunque mi spiace essermi fatta ingannare credendo che il sito fosse un luogo di scambio di opinioni e di spassionati suggerimenti per poi scoprire che è solo una piattaforma per fare pubblicità. Probabilmente il vil denaro ha davvero corrotto ogni più sano proposito. Che tristezza.