Eccomi qui a parlare di un argomento tanto delicato quanto interessante. La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale dopo il parto. Cerchiamo di capire quali sono i benefici di questa scelta, cosa dice la legge in merito e se è possibile farlo in Italia.
Cosa dice la legge sulla conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale
Prima di introdurre l’argomento, vista la complessità della materia, partiamo con ordine ed iniziamo introducendovi le normative in vigore al momento in cui stiamo scrivendo. La conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale è legittimata nel nostro paese dal novembre del 2009 attraverso il D. lgs. 18. Consente la conservazione privata previa richiesta di un’autorizzazione. E’ doveroso altresì specificare che il Parlamento Europeo, nella seduta del 29/06/2012 AT-0223/2012, è intervenuto in merito alla conservazione delle cellule staminali. Ha indicato espressamente all’interno dell’art. 23 che “Riconosce i significativi progressi scientifici realizzati nel settore del sangue cordonale, che rappresenta un’alternativa terapeutica molto promettente nel trattamento di numerose malattie, incluse quelle infantili”.
La procedura di raccolta è quindi assolutamente garantita all’interno di tutti gli stati membri europei e ciò in quanto scientificamente approvata.
In Italia, per poter procedere alla conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale, deve essere rilasciata un’apposita autorizzazione da parte della direzione sanitaria dell’Ospedale in cui si partorisce. Precisiamo inoltre che la raccolta delle cellule può avvenire sia negli ospedali pubblici che in quelli privati. Il campione di cellule staminali ad uso privato può essere prelevato in qualsiasi ospedale. Nel caso si opti appunto per la conservazione privata, andrà poi conservato al di fuori dell’Italia, in cliniche specializzate e sarà poi sempre disponibile quando richiesto dalla famiglia depositante. Le più vicine sono quelle della Svizzera o di San Marino.
Donazione e conservazione privata
Mi sono informata a lungo sull’argomento, come è giusto che sia quando si trattano tematiche così delicate e importanti. È doveroso quindi, fare ora una distinzione tra donazione e conservazione privata.
Per quanto riguarda la donazione, il campione prelevato successivamente al parto è conservato dalla banca pubblica. Questa lo mette a disposizione all’interno del registro mondiale ed a servizio di chiunque ne abbia bisogno, previa verifica di compatibilità. In questo caso, non vengono tenute né tracciabilità né proprietà.
E’ bene sottolineare che ad oggi non tutti gli ospedali italiani sono predisposti per questa operazione. Bisognerà richiedere espressamente informazioni durante il corso della gravidanza presso la struttura ospedaliera in cui si sceglie di partorire.
Nel caso in cui si opti, invece, per la conservazione privata, le cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale sono depositate all’interno di banche autorizzate. Rese in seguito disponibili in caso di necessità del bimbo o del suo nucleo familiare. In questo caso sono mantenute sia la tracciabilità che la proprietà e, in caso di necessità, il campione sarà disponibile da subito ed a disposizione della famiglia.
La conservazione delle cellule staminali
La raccolta dei campioni di cellule staminali che vengono estrapolate dal cordone ombelicale dei bimbi ed il conseguente deposito presso una struttura sanitaria come quella di InScientiaFides che si occupa direttamente della conservazione, nonché del rilascio in caso di necessità ed affianca i genitori durante questo percorso, è una grandissima assicurazione biologica. Dà alle famiglie che aderiscono la possibilità di curarsi con esse in caso di malattia. Le cellule staminali, infatti, possono curare più di 70 patologie gravi del sangue, tra cui la Leucemia, i Linfomi o i Mielomi.
Conservare significa fare un bel gesto d’amore per i bimbi fin dal loro primo attimo di vita. Inoltre, conservare le cellule del cordone significa di fatto operare una riserva di salute che potrebbe essere utile in futuro alla propria famiglia. Specifichiamo altresì che la raccolta, sia essa effettuata al fine di donare o di conservare privatamente, è assolutamente indolore. Non comporta nessun rischio né per le partorienti né per i bambini ed, ovviamente, non va ad incidere neanche sul corso del parto. La conservazione più avvenire sia in caso di parto naturale che cesareo e non va contro alcun valore etico, ma anzi può salvare delle vite.
Negli ultimi anni si sono visti fare enormi progressi sullo studio dei benefici dell’uso delle cellule staminali. Le principali patologie che ai giorni nostri sono trattate con le cellule staminali sono: alcune tipologie di tumori (anche infantili) e malattie non tumorali che derivano da insufficienze funzionali del midollo. Ne è stata fra l’altro dimostrata la grande utilità anche in caso di malattie del sangue, immunodeficienze e alcune sindromi rare, come quella di Evans. Pensate che ad oggi sono stati fatti 30.000 trapianti di staminali nel mondo.
Cellule staminali del cordone ombelicale e Covid-19
Visto il momento storico in cui ci troviamo mi sembra doveroso darvi un’ulteriore informazione. Pare infatti che le cellule staminali da cordone ombelicale sono state utili anche in questo periodo di emergenza dovuto al Covid-19. A Verona, ad esempio, un uomo di 69 anni è stato curato con il metodo delle staminali. Si è stato riscontrato un miglioramento dell’ossigenazione, della coagulazione e una riduzione dell’infiammazione dovuta alla malattia.
Quelle prelevate dal cordone, infatti, sono cellule staminali mesenchimali, hanno una grande capacità immunoregolatoria, rigenerativa e antinfiammatoria.
Sono staminali più potenti delle altre, che riescono a produrre diversi tipi di cellule specializzate che vanno a comporre il tessuto scheletrico. Le cellule staminali da cordone ombelicale sono giovani e primordiali. Ragione per cui causano un minor danno genetico ed hanno una maggiore potenzialità differenziativa. L’applicazione, inoltre, non è complessa, avviene tramite infusione per endovena. Una volta iniettate le cellule nel paziente queste vanno a depositarsi nei polmoni e inibiscono la risposta immunitaria del paziente contro il virus, favorendo un ambiente rigenerativo.
Se siete future mamme e il parto si avvicina, pensateci! Un piccolo gesto, assolutamente non pericoloso e non invasivo, che sia quello di donare alla banca pubblica o di conservare per la propria famiglia, può rivelarsi un’azione di grande importanza che può aiutare a salvare delle vite. Troppi cordoni ad oggi in Italia sono ancora scartati dopo il parto a causa della scarsa informazione sulla materia e, invece, un’occasione così importante non può che meritare una scelta informata e consapevole!
Laura
– Questo post nasce da una reale collaborazione con InScientiaFides –