Come riconoscere il Coronavirus nei bambini, quali sono i sintomi per differenziare virus e influenza, per quanto possibile
Cerchiamo di capire come riconoscere il Coronavirus nei bambini. La questione non è semplice, la certezza solo il tampone può darla, ma solitamente in caso di singoli sintomi non c’è da preoccuparsi. Tutti gli anni, i bambini, vanno incontro a piccoli malanni stagionali, ma quest’anno la domanda sorgerà spontanea: “Raffreddore, influenza o Coronavirus?”.
Coronavirus nei bambini, come riconoscerlo
I sintomi, lo sappiamo tutti, sono molto simili, se non uguali a volte, ragion per cui distinguere in maniera certa il Coronavirus dall’influenza diventa complicato. Il tampone è l’unico strumento che può dare la certezza assoluta. Però, i sintomi più comuni del Coronavirus nei più piccoli sono febbre e tosse, nel 30% dei casi compaiono entrambi associati a disturbi gastrointestinali. Un elemento a cui fare attenzione è se e come si verifica la perdita del gusto, in caso di Covid infatti, i sapori non si sentono in nessun modo, mentre in caso di raffreddore e influenza la sensazione è solamente affievolita dal naso tappato. Il problema però, nei bambini sotto i sei anni, diventa quello di riuscire a capire e a farsi spiegare cosa prova il piccolo. Questo rende il riconoscimento della malattia ancora più complesso.

Ci sono poi altri sintomi che possono comparire per Coronavirus nei bambini positivi: perdita di gusto e olfatto, mal di pancia, mal di testa, difficoltà a respirare e mal di gola. Come vedete, molti sono anche sintomi di sindromi da raffreddamento, ed è proprio questo a rendere difficile il riconoscimento della malattia. Una soluzione, per limitare il più possibile la possibilità di far confusione, è quella di vaccinare i propri figli contro l’influenza. In questo modo, se comparirà uno dei sintomi sopra citati o la febbre, molto probabilmente si tratterà di Covid-19 e non di influenza. Ma anche in questo caso, purtroppo, non vi è certezza.
Quando non è necessario allarmarsi
Ovviamente, non essendoci nessuno strumento sicuro se non il tampone, quelli qui riportati sono consigli per non allarmarsi inutilmente e cercare di trattare al meglio i malanni dei propri bambini. Se vostro figlio ha febbre e naso che cola, non accompagnati da nessun altro sintomo, molto probabilmente si tratta di una semplice influenza stagionale. Se invece, alla febbre superiore a 37,5 gradi e al raffreddore, si aggiungono vomito/diarrea ed altri sintomi sopra descritti, è bene sospettare si tratti di Coronavirus e fare un tampone al più presto. I singoli sintomi generalmente indicano malanni di stagione, una pluralità di essi invece dovrebbero mettere in allarme.

Attenzione anche alla tosse, che in caso di Coronavirus nei bambini si presenta come secca, fastidiosa e insistente. Durante l’inverno ovviamente, può capitare che si sviluppino anche malattie del tratto respiratorio come piccole bronchiti, che però solitamente non portano ad avere la febbre. Ogni genitore poi, conosce il proprio bambino. Sa se ha delle allergie o altre patologie specifiche, e di conseguenza sa riconoscere se si tratta dell’abituale asma o c’è qualcosa che non va.
Quando tenere i bimbi a casa da scuola
I bimbi piccoli, soprattutto quelli in età di Scuola dell’Infanzia, sono perennemente raffreddati d’inverno. Se si tratta di qualche starnuto, con pochi colpi di tosse isolati, non è necessario saltare la scuola. Se invece i bimbi sono effettivamente raffreddati, compaiono altri sintomi, come vomito e diarrea, o la febbre sale sopra i 37,5 gradi, allora è d’obbligo tenerli a casa e chiamare il pediatra.
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Coronavirus nei bambini: contagiosità al 50% sotto i 10 anni
Sfatiamo il mito che i bambini sono immuni al Coronavirus. Non è così, semplicemente sono meno contagiosi e si ammalano meno gravemente. L’età media dei contagiati, da giugno in Italia, ha iniziato ad abbassarsi arrivando a toccare i 32 anni contro i 65 dei mesi precedenti. I motivi ovviamente sono diversi: dalla riapertura dopo il lockdown, i giovani, che con le scuole chiuse erano a casa, hanno ricominciato ad uscire e di conseguenza il virus ha iniziato a circolare anche tra fasce d’età più basse. Rispetto agli adulti però, i sintomi che manifestano sono generalmente più lievi, se non addirittura assenti. Gli asintomatici sono tantissimi, soprattutto sotto i 5 anni d’età.

Secondo uno studio di Nature, sembrerebbe che i bambini sotto i 10 anni, siano meno suscettibili al virus rispetto ad adulti e adolescenti. Una delle ipotesi sul perché di questa cosa è che pare i bambini abbiano pochi recettori ACE2, porta di ingresso del virus, mentre una persona anziana ne ha migliaia. Inoltre, si ipotizza che, essendo esposti a tantissimi tipi di Coronavirus, abbiano già una copertura parziale. Al momento non si è verificato nessun decesso tra bambini sani. La notizia di un tasso di contagiosità di Coronavirus nei bambini, comunque è ancora in fase di studio da parte di scienziati specializzati, ma se venisse confermata vuol dire che il rischio di contagio all’interno delle scuole è minore.
– Questo post trae la sua fonte da un articolo informativo del Corriere della Sera basato a sua volta su precise osservazioni del Dott. Gianvincenzo Zuccotti, direttore del reparto di Pediatria all’ospedale Buzzi di Milano – e dall’articolo informativo “Covid-19 Bambini” pubblicato dal Ministero della Salute.
