Si diventa mamme, si crea quel legame indissolubile e poi arriva il giorno del ritorno al proprio lavoro e l’iscrizione del piccolo al nido. L’ansia da separazione si attua in poco tempo e non è così facile da controllare.
Questo è quello che accade a quasi tutte le mamme, anche se in realtà l’ansia da separazione è quella che colpisce il bambino. In cosa consiste allora e come gestirla?
Ansia da separazione: che cos’è e come si gestisce
L’ansia da separazione è riconosciuta per essere un aspetto tipico del bambino che teme di essere abbandonato dalla madre soprattutto durante la prima fase del distaccamento. Tantissime mamme trovano che nel pianto del proprio bambino, ci sia la disperazione per essere lasciato in un luogo estraneo e con persone sconosciute.
Come evidenziano molti esperti in materia, in realtà questa condizione nel neonato è praticamente impossibile: infatti sono le mamme stesse a proiettare la loro – più che giustificata – ansia da separazione sul piccolo. L’angoscia che prende possesso dei bambini quando sono in presenza di un estraneo è un sentimento che nasce dall’ottavo mese in poi, non prima.
Ci sono mamme “costrette” a lasciare il figlio al nido per poter riprendere il proprio lavoro ed altre che attendono sino all’asilo: ma prima o poi il distacco ci deve essere. Per questo motivo è importantissimo che si attui un graduale avvicinamento all’autonomia del bambino: ciò non significa lasciarlo con gli estranei tutto il tempo e non consideralo quando è in casa, ma portare pian piano entrambi verso una sorta di cammino individuale.
La difficoltà più grande, come accennato è proprio nel gestire la propria paura nel lasciare il proprio figlio nelle mani di persone, che in fondo in fondo, non si conoscono. Ma l’ansia da separazione vista dalla prospettiva di una mamma è fondamentalmente anche un senso di colpa ricorrente, perchè tornare a lavoro sembra togliere tempo alla sua crescita o volerlo “abbandonare” senza alcun dubbio.
E’ un lavoro che non solo deve essere fatto su se stessi ma insieme al bambino, preparandosi per tempo a questo distacco giornaliero e cercando di viverlo nella maniera più ottimistica possibile.