Come calmare il pianto del bambino? Quali sono i migliori metodi? Quanto possono aiutare le carezze? E le ninne nanne?
Con la nascita del proprio piccolo, ogni mamma si trova a dover affrontare i primi pannolini, pappe e nanne, ma anche i primi pianti. Con tutta la convinzione e preparazione del mondo, purtroppo bisogna ammettere che calmare il pianto del bambino non è per nulla facile. Pian piano ogni mamma inizierà a conoscere il suo piccolo, i suoi ritmi, le sue necessità, ciò che lo fa sorridere o irritare, prima però bisognerà andare per tentativi. Poi, nel momento in cui ci si renderà conto di queste dinamiche, ciascuna madre può riuscire perfettamente a capire il motivo del pianto e porvi rimedio.
Le cause per cui un neonato piange a dirotto possono essere tantissime. Possono riguardare i bisogni primari, fame, sonno, necessità di essere cambiato, fino al dolore del primo dentino, difficoltà nel prendere sonno, voler stare con la mamma o con il papà e chi ne ha più ne metta. Tuttavia, non è sempre così semplice: nei casi più particolari, anche risolvendo l’incombenza, il bambino magari continuerà a piangere e non potremo fare altro che stringerlo tra le braccia e cercare di tranquillizzarlo.
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Tra le braccia della mamma
Ecco appunto, stringerlo tra le braccia della mamma è uno dei primi “calmanti” naturali, forse il migliore esistente. Ciò ovviamente è relativo soprattutto all’intimità del rapporto che esiste tra mamma e figlio, perché è proprio la mamma che dà ad ogni bimbo quel senso di sicurezza che avvertiva già durante i 9 mesi nel grembo: tenendolo tra le proprie braccia lo porterà a sentirsi più sicuro anche quando avrà male ai dentini o le colichette o qualunque altro fastidio. Questo non significa chiaramente che nessun altro soggetto (vedi il papà!) non possa essere in grado di calmare il neonato mentre piange, ma che la mamma sia un porto sicuro sempre è innegabile.
Per far sì che il rimedio abbia effetto, bisogna appoggiare la testa del neonato sul petto e stringerlo dolcemente, cullandolo. Un abbraccio potrebbe non bastare, ma per aiutarvi basterà anche una carezza sulla spalla, facendogli capire che non è solo, anche con dei baci sulla fronte. Funzionano bene anche delle piccole pacche sul pannolino: rassicurano della vostra presenza e distraggono.
Potrebbe anche aiutare essere avvolto da una calda coperta (senza esagerare) per intensificare il senso di protezione, ma tenendolo sempre tra le vostre braccia. Spesso può essere di sostegno non solo cullarlo, ma anche gironzolare per casa, o, ancora meglio, fare una passeggiata. Non sottovalutate di impiegare anche un marsupio o una fascia: l’andamento della camminata potrebbe riuscire a distrarlo dal motivo per cui piange, portandolo ad addormentarsi.
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La ninna nanna
Ma naturalmente, i casi in cui si può optare per una passeggiata sono limitati solo in alcuni orari (beh, qualcuno ci prova anche a tarda notte in casi disperati!). Quando il pianto avviene attorno all’ora di nanna, potete optare per le ninne nanne. In commercio esistono diversi tipi di sonagli notturni: programmabili, con peluche, interattivi, con le lucine. Eppure, se volete che riesca davvero ad acquietarsi, secondo noi, non c’è niente di meglio della ninna nanna cantata da mamma o papà. La voce dei genitori è sicuramente il tranquillante più efficace del mondo. Sempre tenendolo abbracciato e stretto a voi, canticchiategli leggeri motivetti come fossero un sussurro, come un segreto detto e condiviso solo tra di voi, frutto del vostro legame più speciale e sincero, quello intimo che ogni madre ha col proprio bambino. La voce servirà da vero sedativo durante il pianto e ci sono buone probabilità che il piccolo smetta di piangere, calmandosi del tutto.
Se questo non dovesse funzionare, possono aiutare anche alcuni “rumori bianchi”. Ad esempio il classico rumore di un mazzo di chiavi, è capace di distrarlo anche quando meno te lo aspetti o anche dell’aspirapolvere, oppure si può optare per i classici giocattoli interattivi con musichette. I peluches o piccoli giochi che sembrano attirare la sua attenzione vanno sfruttati al massimo in questi momenti. Soprattutto quando il neonato sta piangendo senza neanche permettervi di parlare.
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E il papà?
Avete fatto tutto da sole e, dopo tutto questo, ancora non siete riuscite a calmare pianto del bambino? Allora c’è solo una cosa da fare: chiamate il papà! Anche il papà è un’enorme risorsa: se il piccolo piange senza sosta, il papà può essere enormemente utile per la causa. Sia perché nuovi e diversi tentativi potrebbero calmare improvvisamente il piccolo in maniera inaspettata, sia perchè potrebbe aiutare a calmare voi stesse, soprattutto se siete sotto stress perché non riuscite a far dormire il piccolo in nessun modo. I papà sono solitamente più decisi, più distaccati e controllati e potrebbero riuscire nell’intento anche in pochi minuti.
Non ci credete? Provare per credere!