Le linee guida dell’OMS parlano chiaro: lo svezzamento a 4 mesi è da considerarsi svezzamento prematuro ed è assolutamente da evitare, salvo prescrizioni particolari del pediatra. Vediamo insieme tutti i pro e i contro di questa pratica così chiacchierata.
Le indicazioni dell’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) circa lo svezzamento a 4 mesi di età del bambino, sono inequivocabili. Lo svezzamento è assolutamente da evitare prima dei 6 mesi di età. Il bambino, come da linee guida, dovrebbe iniziare ad assaggiare piccolissime quantità di cibi di gusto e consistenza crescenti soltanto dal sesto mese di vita in poi. I piani per lo svezzamento a 4 mesi sono tuttavia reperibili ovunque tanto che molte mamme finiscono per cadere in errore e svezzare prematuramente i loro bimbi.
Gli studi scientifici condotti sui neonati 30/40 anni fa non sono gli stessi che abbiamo a disposizione oggi. La comunità scientifica mondiale è d’accordo con l’affermare che la flora batterica e il sistema immunitario del bambino al di sotto dei 6 mesi sono impreparati ad accogliere alimenti diversi dal latte materno.
Piuttosto, qualora il bambino rifiutasse l’allattamento al seno o la mamma non fosse in grado di garantirgli più una quantità sufficiente di latte, sarebbe preferibile passare al latte in formula.

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Come svezzare il bambino? I suggerimenti dell’OMS
Ma qual è l’età perfetta per svezzare i neonati? Data per buona l’affermazione che lo svezzamento a 4 mesi, salvo indicazioni mediche ben precise, è da evitare. L‘OMS suggerisce di iniziare un divezzamento graduale dalla 17esima settimana di vita in poi SOLAMENTE in presenza di problematiche conclamate, da valutare con il pediatra di fiducia.
Lo svezzamento deve essere lento e graduale. Dovrà essere un processo di scoperta anche per le madri, che dovranno cercare di capire quelli che sono i sapori più apprezzati dal suo bambino, e quelli a lui sgraditi.
Sarà importante dunque:
- Allattare esclusivamente al seno fino ai 6 mesi, continuando a farlo anche fino ai due anni su richiesta e se ve ne è la possibilità;
- Introdurre cibi complementari al latte materno con molta gradualità, mai prima della 17esima settimana (ripetiamo: solo nel caso in cui vi fossero problematiche ben specifiche), in porzioni man mano crescenti. Inizialmente si dovrà trattare soltanto di piccolissimi assaggi;
- Introdurre cibi di consistenza via via crescente, partendo da cibi semiliquidi o grattugiati
- Lo svezzamento andrebbe iniziato verso il 6° mese di vita del bambino e mai oltre la 26esima settimana
A svezzamento concluso, starà ad ogni mamma decidere se utilizzare pappe preparate in casa o alimenti commerciali per bambini. Ricordiamo che nel secondo caso è importantissimo imparare a leggere bene le etichette. Tanto quanto documentarsi sulle marche e i prodotti migliori sul commercio, senza farsi ingannare dalle pubblicità.
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Svezzamento a 4 mesi: esiste qualche evidenza a favore?
Esistono alcune evidenze che favoriscono la pratica dello svezzamento a 4 mesi o anche prima. Ma quali sono?
Innanzitutto si tratta di circostanze particolari e al tempo stesso rare che vanno poste all’attenzione del pediatra e documentate da analisi cliniche specifiche. Il pediatra potrebbe indirizzare i genitori, nei casi di particolari carenze alimentari o di allergia alle proteine del latte, verso l’utilizzo di alimenti complementari o sostitutivi.
In ogni caso, sconsigliamo il fai da te! Non esiste nessun altro caso nel quale lo svezzamento prematuro, attorno alla 17esima settimana, sia da considerarsi una buona idea. La cosa fondamentale è sempre affidarsi completamente alle indicazioni del proprio pediatra.
Per quanto riguarda invece lo svezzamento entro le giuste tempistiche, consigliamo la lettura di testi specializzati e la consulenza con il proprio pediatra prima di iniziare. E’ possibile anche reperire validi articoli online provenienti da fonti accreditate (vi raccomandiamo di verificarle sempre!) dai quali trarre qualche consiglio utile.
Fonte: Focus, Ospedale Bambino Gesù
