La sindrome di Calimero può coincidere con la depressione dei neopapà a causa della quale gli uomini possono sentirsi trascurati e tristi, assenti, più nervosi e magari scontrosi.
Quando nasce un bambino, i genitori si ritrovano ad affrontare dubbi, ansie e paura di sbagliare che tendono ad invadere tutti i pensieri, anche quelli più felici. Se i genitori in questione non vengono sostenuti, i pensieri negativi è probabile che sfocino in quella che può diventare una vera e propria depressione: nel caso della mamma si parla di depressione post partum, ma anche il papà può correre il rischio di entrare nella depressione dei neopapà post nascita. L’uomo, sebbene visto sempre come un pilastro portante quando nasce una nuova vita, in realtà non è esonerato da momenti di tristezza dettati dalle ansie e dalla solitudine. Può manifestarsi così quella che viene chiamata la “sindrome di Calimero”.
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Proprio come il pulcino nero degli anni ‘60, il partner potrebbe iniziare a sentirsi abbandonato, malinconico, depresso, con tendenze all’autoesclusione e costantemente arrabbiato. Nonostante non si incontri frequentemente un neo papà depresso, c’è da dire che tale disturbo non è così raro: secondo i dati dello studio condotto dalla dottoressa Leach e pubblicato su “American Journal of Epidemiology” su 600 padri-tester, il 26% si sentirebbe escluso dal rapporto che intercorre tra madre e figlio/a, mentre il 21% si sentirebbe addirittura ignorato e di questi ultimi il 34% si sente chiamato in causa solo per un sostentamento economico, mentre il 35% pensa che le loro esigenze di padri (e di compagni) vengano messe da parte a favore del figlio. Dati statistici che non vanno ignorati, poiché racchiudono anche motivazioni calzanti della depressione.
I sintomi della sindrome di Calimero
Per capire se il partner soffre della depressione dei neopapà, occorre fare attenzione ai segnali. Molti padri, durante i primi mesi di vita del piccolo, tendono a chiudersi spesso in sé stessi, sempre più propendenti verso l’autoesclusione, una sorta di alienazione dalla vita famigliare con la predisposizione a diventare nervoso. Questo avvia una depressione talmente ingestibile che lo fa sentire a disagio nella sua stessa famiglia e che lo porta ad essere spesso fuori casa trovando scuse per non rimanerci, restando meno tempo possibile in compagnia della neomamma o del neonato.
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Il malessere potrebbe portare il neopapà a reagire alla sua depressione immergendosi sempre di più nel lavoro e passando meno tempo con i figli, dandoli quasi per scontato (soprattutto se c’è un nuovo arrivato): come se non fossero più un suo impiccio, come se non fosse importante crescere con loro, divertirsi con loro, accudirli. Insomma, una serie di conseguenze che se non curate possono peggiorare. La causa può racchiudersi genericamente nel rapporto che vede tra madre-figlio, con un’esclusione autonoma che lo autorizza a chiamarsi fuori dal rapporto famigliare, dando vita ad una sequenza di motivazioni più profonde, ma sempre più errate.
Quali sono le cause della depressione?
Chiariamo subito che negli stati depressivi non c’è una sola motivazione, ma la situazione è il risultato di tanti motivi che possono portare allo status finale. E così è anche per la depressione dei neopapà: nella sindrome di Calimero i motivi non riguardano solo il bebé, ma anche la propria compagna. Quando la mamma è in dolce attesa, il papà diventa molto più attento ai bisogni della gestante e, quando partorisce, a quelli del neonato. Dopo il parto però la mamma si incentra sempre più sul bambino, spesso lasciando che il papà se ne curi solo quando la stanchezza si fa sentire o dandogli comunque poco spazio “per godersi” il piccolo. Ma da un lato, si sa, il rapporto mamma – bambino è quasi innato, ma non giustifica certo la sensazione dei papà che si sentono esclusi dal dono della vita e soprattutto dalle attenzioni della mamma. Non solo sente lontana la propria compagna, ma anche di star perdendo i momenti più belli della coppia, senza gioirne insieme.
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Ecco perché in alcuni casi diventa più nervoso quando la vede interagire con il neonato, prolungando la sensazione di tristezza per non poter anche lui nutrire un rapporto così intimo con il bambino tanto atteso. In altri casi (più razionali) il papà comincia a pensare che il suo lavoro è quello di sostenere la mamma, indotto giornalmente a credere che il maggior stress lo subisce la partoriente e che il compito dell’uomo sia quello di badare a tutti i bisogni che attorniano il nuovo duetto. E, visto che non sarà mai incluso nel loro rapporto, se ne taglia completamente fuori, dando tutte le responsabilità (con amarezza) alla mamma per la crescita del piccolo, mentre lui continuerà ad immergersi nel lavoro, per il sostentamento economico, e risolvendosi nel passare tempo lontano da casa. Naturalmente ogni caso è soggettivo, ma la depressione dei neopapà può sorgere da tali motivazioni, dando genericamente un profondo senso di spaesamento che può essere risolto attraverso il dialogo e le opportunità.
Soluzioni per la depressione dei neo papà
Ma come aiutare un neopapà con la depressione? Come si fa ad arginare la sindrome di Calimero? Semplicemente lasciando che il papà faccia il papà! Più semplice a dirsi che a farsi, ma è la soluzione basilare e più facile che si può iniziare a prendere. Lasciate che anche lui capisca i bisogni del bambino, che stia dietro a quello che concerne il neonato, che gli riservi le giuste cure, che stabilisca un legame con lui, che giochi con lui. In questo modo il papà vedrà il suo ruolo com’è realmente, vale a dire equivalente della mamma nel prendersi cura del bambino e avrà la possibilità di costruire anche lui un rapporto esclusivo con il proprio figlio, diverso ma profondo, fin dalle prime settimane.
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Di conseguenza, la crescita del bambino sarà davvero condivisa, com’è giusto che sia, ma senza togliere lo spazio naturale che spetta alla madre. Dunque il vostro compito è quello di creare occasioni, una dietro l’altra in modo che si senta coinvolto, preso, parte di un rapporto e di quel nucleo familiare che riguarda genitori – figlio e papà – figlio.
Da non dimenticare, come partner, di fare attenzione ai bisogni del papà: provate a parlargli per scoprire quali sono i suoi sentimenti negativi e, se sentite di trascurarlo, organizzategli una seratina speciale, un film da guardare insieme, un regalo. Qualsiasi cosa lo faccia sentire speciale, cercando in futuro di non più tralasciare tutte le attenzioni che anche lui si merita.
Naturalmente, il nostro articolo è puramente informativo e non costituisce una diagnosi. Per opinioni soggettive chiedete consulto al medico.
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Fonti: American Journal of Epidemiology