La paura del buio bambini può avere radici importanti ed essere anche una conseguenza di altri timori. Per affrontarla, il bambino avrà bisogno dell’aiuto (e della pazienza) di mamma e papà.
“Non voglio dormire da solo, ho paura”. È una delle frasi che spesso sentiamo dai più piccoli, dettate dalla paura del buio nei bambini. La paura del buio è uno dei timori più tipici dell’infanzia, che colpisce la maggior parte dei pargoli dai 2 ai 3 anni. Succede quando cominciano ad avere un’immaginazione fervida e tendono ad avere difficoltà a distinguere la realtà dalla fantasia. La paura può continuare anche oltre i 4-5 anni e, se non considerata seriamente, può diventare un problema fisiologico. Pipì a letto, ansia e tremori, venendo spesso sottovalutata e sminuita dai genitori o trattata come qualcosa di superficiale e passeggero.
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In realtà il bimbo prova sentimenti consistenti, quali agitazione e timore che sente arrivare come una valanga nel momento in cui si avvicina l’ora delle nanne. Sebbene ciò di cui si ha paura non è reale, la fobia del buio non dev’essere confusa con i terrori notturni. Malesseri molto più specifici che riguardano la paura dei mostri sotto al letto o nell’armadio. La paura del buio nei bambini ha invece cause diffuse, (forse) leggermente profonde e più traumatiche. Proprio per questo va trattata con pazienza da mamme e papà che devono essere comprensivi, al fine di affrontare la paura, ma facendo molta attenzione alle frasi da dire. Il motivo? Non aggiungere sensi di colpa ed imbarazzo alla pressione del terrore.

Come si presenta la paura del buio nei bambini
La paura del buio dei bambini è percepibile alla perfezione poiché molti di loro la manifestano in maniera schietta, spiegandosi anche con pochissime parole, parlando della paura di dormire e del timore di andare in camera da letto. Tuttavia, per i bambini poco “loquaci” e molto chiusi in sé stessi, può accadere che, dal momento in cui si parla di dormire o si avvicina l’orario delle nanne, comincino ad andare in agitazione, piangano e, in rarissimi casi, l’ansia li porta ad avere dei tremori. Nel migliore dei casi il bimbo si presenta agitato, tanto da non volere che la mamma o il papà lascino la stanza, oppure, una volta lasciata la stanza per farlo addormentare, inizi a piangere, smettendo solo quando si ritorna in camera.
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Durante la notte poi, può verificarsi anche pipì a letto o anche un pianto senza tregua: l’ansia può susseguirsi anche di notte, quando il buio lo porta a svegliarsi di soprassalto ancora più inquietato, con lacrimoni e singhiozzi. Inoltre, possono verificarsi incubi che portano il bambino a risvegliarsi con angoscia e terrore, portandosi dietro tali sensazioni anche durante l’arco della giornata. Sono sentori temporanei, ma, se non si pone un rimedio immediato, possono peggiorare.
Da cosa ha origine la paura del buio del bambino?
La paura del buio dei bambini è altamente soggettiva: in alcuni casi il timore può non dipendere da nessuna causa specifica e, in questa circostanza, passa davvero nel giro di pochissimi giorni. Differente discorso dev’essere affrontato nel caso in cui la situazione si ripresenti giornalmente, poiché le cause possono essere raggruppate in quattro casistiche:
- Tv e suoni rumorosi: film o tv ad alto volume, come scene angoscianti o poco tranquille di un film non adatto ai minori o anche scene di guerra, tutte circostanze che possono lasciare il bimbo impressionato. Sappiamo bene inoltre che i pargoli immagazzinano tutto, somatizzando e rilasciando quell’agitazione e nervosismo durante la notte. Ecco perché, quando si vede la tv con i piccoli, è sempre consigliabile scegliere programmi adatti alla fascia d’età. Stesso discorso anche per i videogiochi dopo cena che possono diventare stressanti;
- Favole della buona notte: leggere al piccolo una favola prima di andare a dormire può essere molto importante, ed è una pratica che lo aiuta a rilassarsi. Ma i bambini, come abbiamo detto, hanno un’immaginazione molto intensa ed è per questo che, tra le storie, conviene evitare quelle con streghe e maghi o altre figure “particolarmente spaventose”;
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- Minacce: “Se fai il cattivo arriva l’uomo nero”, mai frase fu più sbagliata. Non solo perché questo tipo di minacce, molte tradizionalmente dettate anche dalle nostre nonne, non creano benessere nel bimbo, bensì creano uno stato d’ansia e angoscia ancora più profondo, portandolo a spaventarsi ancora di più di quello che c’è oltre il buio;
- Traumi e cambi di abitudini: un trasloco radicale; lo spostamento forzato per dormire nella sua stanzetta, sentendo maggiormente il distacco dai genitori; la nascita di un fratellino; mamma e papà che si separano o un semplice litigio. Possono sembrare cose che non incidano sulla fase del sonno, ma i bambini sono molto più intelligenti di quello che sembra e percepiscono molto di più rispetto a ciò che crediamo.
Cosa NON fare quando il bambino vi spiega di avere paura

Insomma, arriviamo al dunque: nel momento in cui abbiamo la conferma che il bambino ha paura del buio, conviene pensare molto bene a come bisogna comportarsi, poiché ogni nostra reazione sarà attentamente studiata dal piccolo.
Tra le prime, bisogna stare attenti alle frasi da non dire:
- “Sei solo un fifone” è la frase peggiore perché, oltre a trattare indelicatamente la sensibilità del bambino, lo mettete anche in forte imbarazzo e, se proprio vogliamo vederla in maniera anche più profonda, si compromette la fiducia che il bambino ripone nel genitore;
- “Non c’è niente, è solo buio, vedi?” no. Non lo vede, perché la paura in questo caso non dipende da quello che non c’è, ma da quello che vede/sente/percepisce quando è buio e dalle ragioni che gli fanno pensare che il buio sia la sua angoscia;
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- “Controllo che non ci siano mostri sotto al letto”: Assolutamente da non dire, non solo perché confermereste che i mostri esistono, ma che possano esserci anche in tutti gli angoli della casa!
- Perdere la calma: stare dietro ai bambini può essere davvero pesante da gestire, ma bisogna avere pazienza. Non bisogna spazientirsi, bensì calmarsi e capire come risollevare il piccolo e gestire al meglio la situazione anche prendendosi pochissimo tempo.
Piuttosto è consigliabile dire qualcosa di semplice e comprensivo, qualcosa che gli faccia capire che ora che è riuscito ad esprimere qual è il problema, la mamma e il papà l’aiuteranno a risolverlo.
Paura del buio: come superarla
Primo tra tutti: armatevi di tranquillità e tolleranza per qualunque cosa dica il piccolo. Innanzitutto, come consigliato anche dal dottore e psicoterapeuta Stefano di Carlo nel suo breviario, dovrete: comunicare in maniera chiara e concisa, ascoltare il piccolo e scoprire quello che ha da dire, in modo tale che parli con più chiarezza delle sue paure. È preferibile chiedergli informazioni sempre di mattina, quando si sentirà più sicuro. A questo punto, ciò che dovrete fare, è capire da cosa dipende la paura, aiutandolo a descrivere quando arriva la sensazione e capire se è dettato dal senso di abbandono.
Difatti se è una paura di rimanere da solo, quindi un senso di solitudine che lo assale, potreste attuare le seguenti soluzioni:
- Lasciare aperta la sua stanza: è un modo per non far sentire il bambino da solo, anzi potrebbe anche essere utile lasciare aperta la porta della stanza dei genitori, in modo da non sentirsi così distante da mamma e papà;
- Lampadine notturne: per farlo sentire al sicuro al buio della stanza, andrebbe bene anche una lampadina (o più di una se la stanza è molto ampia), illuminando anche gli angoli. Ma ricordando che il lume non dev’essere più forte di 7 watt;
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- Peluche o giocattolo: potrebbe essere una soluzione farlo dormire con un oggetto “di sicurezza”, un peluche o un giocattolo che lui ama o con cui passa molto tempo insieme, così da farlo sentire al sicuro al momento di addormentarsi;
- Dormire con lui (nel suo lettino): se il bambino lamenta il fatto che ha paura del buio, ma vuole dormire con mamma e papà, possiamo aspettare che si addormenti prima di lasciare la sua stanza, aggiungendo inoltre che, se si sveglia di notte, può chiamare la mamma o il papà che accorreranno subito. Dormire nel lettone? Va bene, ma solo fino ai 4-5 anni e anche in quel caso sarebbe meglio che il bimbo ri-acquisti subito i suoi spazi.
Tali soluzioni possono essere attuate anche per quando il bambino è rimasto angosciato da qualche immagine. In questo caso la paura del buio dovrebbe essere davvero passeggera. Se l’angoscia dipende dalla paura di quello che semplicemente non vede, potrebbe essere una soluzione anche giocare insieme al buio. Durante il giorno, semplicemente con tende socchiuse, basta giocare con le torce a proiettare immagini o giochi di luce al buio. Sarà così che i bambini scopriranno la versione divertente dell’oscurità, ma senza forzarli.
Per superare tale problema ci vorrà molta pazienza, tempo e tutto l’aiuto possibile affinché il bambino possa con calma superare uno dei suoi primi traumi.
E voi? Qual è stata la prima paura del vostro bambino?
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