Argomento scottante: Coliche neonati! Corrispondono ad un disagio fisico o ad una mera manifestazione di uno stato d’animo? Ecco cosa dicono gli esperti!
Cominciamo subito col dirvi che, dopo anni passati a credere che il neonato piangesse per l’arrivo delle coliche, oggi molti pediatri rivelano che è praticamente impossibile che ci sia un dolore così grande da attuare questa reazione. Le coliche insomma non esisterebbero! Ma allora noi mamme – comuni mortali che ci siamo passate, ci stiamo passando o probabilmente ci ripasseremo – ci chiediamo: perché piangono?
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Perché si chiamano coliche dei neonati
Il termine colica si è diffuso rapidamente nel 1954 a seguito della scrittura di un articolo medico dettagliato, che indicava il fastidio serale del neonato come un dolore dovuto alle contrazioni e aria nel pancino.
In realtà “la colica” indica – secondo gli studiosi – un dolore intestinale acuto che non ha nulla a che vedere con il pianto del neonato; infatti, mai nessuno scienziato ha saputo spiegare esattamente quello che i bambini vogliano comunicare o il perché ad una certa ora si lamentino. Fermiamoci un attimo: tutto questo non significa che – se vostro figlio piange – non abbia sul serio aria nella pancia e un fastidio che lo irrita altamente, ma che i pediatri non legano i lamenti che ogni sera si presentano alla stessa ora alle coliche neonatali.
Come per tutte le cose, ci sono differenti scuole di pensiero ma gli studiosi considerano la teoria sopra descritta, attendibile.
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Coliche neonati: sintomi
Ma quali sono i sintomi delle coliche del neonato? Seguendo il filo logico di cui sopra – che siate d’accordo o meno con la teoria – è bene evidenziare che, quando un bambino piange, lo fa per comunicare, chiedere, attirare l’attenzione muovendo tutti i muscoli del corpo, contraendosi ed irrigidendosi così tanto da emettere aria in automatico. L’aria sarebbe quindi una conseguenza del pianto, non il sintomo. Per questo molte teorie evidenziano che le coliche praticamente non esistono!
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Non solo: da quando si è piccoli il tubo digerente è e sarà sempre pieno d’aria (il latte è pieno di sostanze che fermentano nel pancino), ma -secondo gli studi- è solo un 4% dei casi che provoca dei dolori così acuti da piangere disperatamente.
Un’altra scuola di pensiero – invece – si basa sul metodo del Dottor Wessel: questi ipotizza che un neonato che piange per più di tre ore al giorno, per più di tre giorni e per più di tre settimane consecutive – con un nutrimento regolare – darebbe la certezza di sofferenza di coliche.
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Il fenomeno si crea a causa di una iper produzione gassosa per via della fermentazione del latte. Non solo: in alcuni casi si ha un eccessivo dinamismo della peristalsi addominale oppure un inizio di intolleranza al latte o ad uno dei componenti in esso contenuti, cosa che andrà valutata dal proprio pediatra.