Il metodo holding prevede l’abbraccio come metodo per calmare i bambini in preda a capricci, pianti isterici e rabbia incontrollata. Ma è un sistema che può funzionare con tutti?
Arriva sempre quel momento per ogni genitore: affrontare i bambini capricciosi, che piangono senza dare ascolto a nessuno o che fanno il diavolo a quattro con una rabbia incontrollata. E, sebbene alle volte gridare più di loro e sgridarli può darsi che serva (solo) a ridimensionarli, non è certo l’unico metodo per calmare i bambini. Dagli studi della psichiatra statunitense infantile Martha Welch arrivano dei metodi d’aiuto per aiutare il “contenimento emotivo”. Stiamo parlando del Metodo Holding, capace di calmare i bambini aiutandoli a “implodere” ogni genere di piagnucolio e arrabbiature.
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Come? Sconfiggendo le emozioni negative con un abbraccio contenitivo. Tale metodologia è basata sul bisogno dimenticato del bambino arrabbiato: vale a dire un rifugio sicuro tra le braccia della mamma, del papà o di entrambi. Un metodo che aiuta il piccolo, utilizzando una vera e propria “barriera” fisica non violenta. Ma andiamo a scoprire il suo funzionamento.
Cos’è il metodo dell’abbraccio?
La creatrice del metodo è Marta Welch, psicoterapeuta degli anni ’70 che aveva applicato l’abbraccio contenitivo come metodo per calmare i bambini affetti dai disturbi dello spettro autistico o da disturbi pervasivi dello sviluppo (contemporanea compromissione di capacità di interazione sociale, capacità di comunicazione, interessi o attività). La tecnica dell’“abbraccio forzato” fu sperimentata durante la fase della perdita di controllo dei bambini, ottenendo fin dalle prime analisi degli ottimi risultati. Ma da cosa nasce l’idea del metodo? Dal legame tra mamma e neonato.
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Sappiamo bene come i neonati abbiano bisogno del contatto fisico con la madre, traendone tranquillamente tutta la serenità del mondo nei momenti più difficili e critici dei loro primi mesi di vita. E così, il principio, è stato adottato ed applicato per gli infanti e la prima adolescenza, quando il contatto con la mamma rimane vitale (come sempre) e può rassicurare e rasserenare. Estesa quindi anche ai bambini normodotati in preda ai capricci, momenti di rabbia ed esternazioni emotive, il metodo è stato portato avanti fino ad ora e risulta essere ancora efficace.
Cosa trasmette “l’abbraccio contenitivo”?
Spiegato dunque da cosa nasce e come si genera, va da sé che il metodo Holding si fonda sull’assunto che un abbraccio, anche se inizialmente forzato e non gradito da parte dei bambini arrabbiati, ha un forte potere tranquillizzante e terapeutico, come spiega il ministero della Salute. E’ un modo pratico ed efficace per contenere le emozioni del bambino, soprattutto quando un genitore si trova alle prese con capricci, crisi di pianto, rabbia incontrollata o, in generale, forte agitazione. Ma sebbene si parli di “contenimento”, l’abbraccio è un gesto d’amore che racchiude moltissimi aspetti: innanzitutto la stretta è un simbolo universale di amore, che trasmette affetto puro e innegabile ed esprimere benevolenza.
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E, se chi lo dona ha voglia di offrire anche una bella dose di comprensione, ad accogliere le emozioni dell’altro senza rifiutarle e fornendo supporto e fermezza, chi lo riceve (anche se indesiderato) ottiene un’attenuazione curativa del dolore, angoscia, disperazione, tristezza o rabbia immediato. Perché l’abbraccio ha anche un impatto istantaneo sui sentimenti negativi, volgendoli in uno stato d’animo positivo. Conoscendo questo, è normale immaginare come l’abbraccio della mamma per calmare i bambini diventi altamente omeopatico, soprattutto quando i bimbi esprimono i loro sentimenti ed istinto al 100% dimenticandosi l’entourage.
L’abbraccio holding va bene con tutti i bambini? In teoria sì, però ogni piccolo ha una reazione soggettiva: può darsi che in alcuni momenti il bambino voglia essere “lasciato sbollire”, oppure l’abbraccio non scateni in lui la tranquillità giusta o necessaria. In quel caso l’unica è provare, poiché quando si parla di sensibilità del bambino, solo la mamma o il papà possono scegliere il metodo migliore.
Come applicarlo e per chi utilizzarlo
Per fare in modo che il metodo funzioni occorrono due principali caratteristiche:
- Umore positivo (il nostro): dobbiamo in tutti i casi trasmettergli tranquillità e serenità e quale modo migliore per farlo se non cercando anche noi di essere tranquilli e sereni? Anche se siamo arrabbiati con lui perché si comporta male. Un primo sforzo immane, certo, anche quando con i suoi capricci ha combinato qualche pasticcio. Ma il livello di empatia in questi casi raggiunge livelli estremi, ed il piccolo è in grado di capire il nostro stato d’animo quando è negativo;
- Mantenere fermezza e decisione: non importa quante volte potrà scalciare e liberarsi dal nostro abbraccio. Fino a quando non si calmerà e si lascerà abbracciare, non staccate o allentate la presa. Neanche quando sarete in pubblico, e continuerà a sentirsi a disagio, continuate ad abbracciarlo. La costanza in questo caso fa tutto.
Detto questo, ogni volta che il bimbo è incontrollabile, piange ed è arrabbiato, provate a calmarlo con il metodo holding. Viene consigliato di abbracciare il bambino, ma non dimenticando il contatto visivo: la fermezza e la dolcezza del vostro sguardo devono comunicargli che lo comprendete e che state capendo il suo stato d’animo.
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Potrete anche cercare di parlare al bambino, rassicurandolo. Solitamente, dopo 5 minuti intensi di calci e voglia di ribellarsi al “contenimento”, la tensione del bambino si scioglie e il nostro abbraccio viene ricambiato. La principale difficoltà è quella di mantenere la calma e la fermezza nonostante i calci e gli strepitii: infatti, prima che i più piccoli si calmino, potrebbe essere necessario qualche minuto. A questo punto bisogna chiedere al bambino di spiegarci cosa prova e perché. Quindi parlargli con calma, risolvendo il suo problema (e anche il nostro) sfruttando il più importante canale per un rapporto sano: la comunicazione. Quali saranno i risultati del Metodo Holding per calmare i bambini? A lungo andare l’abbraccio diventerà una sorta di “stop” automatico per i bambini, per capire quando è il caso di calmarsi e imparare a gestirsi. Ci vorrà tempo, ma la metodologia darà i suoi frutti!
Per approfondire questo metodo ti consigliamo la lettura del libro di Martha Welch: “L’abbraccio che guarisce”.
Cosa ne pensate di questa tecnica? Pensate di utilizzarla per i vostri bimbi?
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Fonti: Amicopediatra.it, Ministero della Salute