Solo se avrai una tata come Mary Poppins e un compagno che si trasforma in Mrs Doubtfire non vivrai (forse) momenti di esaurimento e panico più totale quando diventerai mamma.
Essere madre, nel giorno in cui ti svegli con addosso il più sconcertante dei pessimismi cosmici, assumerà l’accezione di “libertà perduta”. Si, in tutti gli altri giorni, ringrazierai il cielo per il dono che la vita ti ha fatto e vivrai la tua maternità come la cosa più bella ed emozionante della tua vita, ma in quelli di depressione ti sentirai una pazza a piede libero. O almeno, per me è così: lo dico e non me ne vergogno affatto!
E se poi, come me, i giorni diventeranno momenti alterni all’interno delle tue giornate, bene, sarai ufficialmente marchiata come psicopatica dal resto del mondo civile, in primis da tuo marito (o meglio in quei momenti sarà “quel coso di sesso maschile, senza cervello pensante, che si aggira per casa senza fare una mazza totalmente noncurante del tuo malumore”) e, si, ogni tanto anche dai tuoi figli, anche se ancora non parlano o sembrano non capire perchè, invece, capiscono benissimo.
E così vivrai i tuoi i giorni cercando di costruire un perfetto equilibrio tra te stessa, il lavoro, la casa, quel briciolo di cura ed igiene personale –ultimo barlume di amor proprio che ti rimane– e tutte le volte che cadrai ti sembrerà di non farcela.
Sono quelli i momenti di stanchezza in cui per prima cosa vorresti sotterrarti sotto le calde lenzuola del tuo piumone per poi pensare che -in effetti- un paio di giorni ricoverata in ospedale in silenzio e con il pasto caldo probabilmente darebbero più frutti per la tua serenità mentale. Perché sotto il piumone 2 giorni tu non ci puoi stare, non ci stai nemmeno se hai 40 di febbre, ma “lui” si, “lui” ci sta anche con 37.2 e questo è un altro motivo che contribuirà nei momenti di down alla tua ira funesta.
Perché poi proprio quel giorno che devi andare dal parrucchiere a tuo figlio viene l’influenza, quella sera che stai per farti la doccia tuo marito chiama per dirti che è stato bloccato in riunione e allora speri nel weekend dove, se ha smaltito la febbre, gli viene il virus intestinale o a tuo marito quella voglia irrefrenabile di divano e Serie A.
Questi sono i momenti “no” che, secondo me, tutte le mamme vivono. Credo che davvero siano in poche al mondo quelle che, fra notti insonni (prima perché è un neonato, poi perché ha una tosse che ruggisce), pappe da incubo (allattamento che parte male -qualcuna ricorda la doppia pesata- e poi il passato di verdure sputato in faccia) e capricci memorabili, possano affermare che la maternità porta solo gioie. Chiaro che i dolori sono altri e riguardano tragedie che non mi premetto nemmeno di nominare, ma i momenti di esaurimento capitano a tutte. Forse anche a chi ha Mary Poppins che si alza al posto tuo la notte, li accompagna e prende da scuola senza che tu sia costretta a fare i salti mortali per conciliare gli orari di lavoro e gli prepara la pappa meglio di Cracco. A tutte, nessuna esclusa.
Dopo due anni e mezzo di onorata carriera nel settore, credo che il segreto per non abbattersi e non deprimersi risieda in questi 4 punti principali:
1) Avere un aiuto extra su cui contare almeno ogni tanto come i nonni o la tata. Che, se sei tu ad avere l’influenza intestinale, ti permettano di stare in bagno da sola e in santa pace, che, se vuoi uscire con tuo marito per fare i ragazzini in onore dei vecchi tempi, ti permettano di goderti la serata senza ansia e sensi di colpa;
2) Avere un marito con cui condividere appieno tutto, con cui essere complici al 100%, che divide con te le responsabilità dei figli al 50%. E non che “ti aiuti” perché i figli sono anche suoi, la casa è anche sua, le camicie da stirare sono anche e principalmente le sue;
3) Curare almeno un minimo il proprio aspetto fisico, senza lasciarsi andare. Perché, guardarsi allo specchio e vedersi un mostro sempre con la molla in testa e il pigiamone di pile, fa male prima di tutto a se stesse e poi al matrimonio.
4) Uscire senza figli. Con il marito per ricordarvi che non siete solo genitori, con le amiche per ricordarvi che non siete solo mamme e mogli, con chi vi pare, a fare ciò che vi pare, basta che vi infiliate un bel vestito, sfoggiate un filo di rossetto e usciate! A chi obietta che preferisce uscire con i figli rispondo che per loro nutro tanta stima, ma che io non la penso così. O meglio penso che una cosa non escluda l’altra. Noi usciamo da sempre con nostra figlia, l’abbiamo portata praticamente ovunque, ma preferiamo fare insieme le cose che piacciono a lei. Mi spiego: il sabato pomeriggio preferisco non chiuderla in un centro commerciale, ma portarla al parco; la domenica dico no ai pranzi interminabili e mi dedico alle gite in campagna, allo zoo, ai parchi divertimento. Se voglio andare al centro commerciale o fare un pranzo fuori, ogni tanto la porto, ogni tanto la lascio con i nonni o con la tata. I momenti senza figli non ce li prendiamo per cattiveria, non li stiamo abbandonando e fare quattro chiacchiere senza nessuno che interrompe ogni 4 secondi o da imboccare o da inseguire, aiuta a staccare la spina ed a rigenerare la mente.
Quando una madre dice che è stanca, non giudicatela, non è matta, non è esagerata, non è snaturata, ha solo bisogno di essere capita ❤️
Laura
2 Commenti
Tutto. Vero.
Mi sono ritrovata in ogni singola parola che hai scritto, io mamma di due meravigliosi bambini di quasi 9 e 2 anni. Nel mio caso, sono ripartita da zero quando è nato il secondo è il primo aveva 7 anni, proprio mentre stavamo riprendendo quel minimo di autonomia che ti concedono da quell’eta in poi… È dura, è faticoso, ma ancora più faticoso far capire quanto sia faticoso e quale sia il tuo livello di stanchezza… Ecco perché non è sbagliato concedersi uno “stacco”, perché i bambini hanno bisogno innanzitutto di una mamma serena, e se una serata con un’amica, o un giro per negozi in solitaria può aiutarci, perché no?! 😉
“perché no?” hai detto bene! Basta con i sensi di colpa, cerchiamo di fare in modo di essere felici perché la cosa più giusta ed importante che possiamo fare sia per noi stesse che per loro. Ti abbraccio forte!