La crosta lattea nei neonati è un problema assolutamente normale nei primi mesi di vita del piccolo. Per curarla basta utilizzare prodotti appositi ed eventualmente anche una spazzola dedicata
Attraverso piccole crosticine, rossori e nei casi peggiori prurito. E’ così che si manifesta la crosta lattea nei neonati, uno dei più tipici malesseri estetici (e non solo) dei più piccoli che coinvolge cute, epidermide e capelli. Lo definiamo malessere perché, se in alcuni casi può essere passeggero, in altri può diventare fastidioso: infatti, la crosta lattea, al pari di una dermatite, può essere lieve, può essere cronica e ripresentarsi nel corso della vita, e può svilupparsi in zone localizzate sul cuoio capelluto, o in maniera più estesa su diverse zone del corpo come fronte, mento e orecchie.
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L’irritazione compare solitamente nel primo anno di vita del bambino e, normalmente dalla durata di 4-6 mesi, tende a risolversi spontaneamente. Ecco perché mamma e papà non devono preoccuparsi della crosta lattea: non è un vero problema, ma va trattato per far sì che non si estenda troppo e per far affievolire il suo decorso. Come fare? Tramite piccole precauzioni, quando il problema è gestibile, oppure con prodotti specifici quali medicinali o farmaci, quando la situazione si fa più articolata. Ma spieghiamo dapprima come si sviluppa.
Cos’è la crosta lattea nei neonati?
La crosta lattea, come abbiamo spiegato, si verifica sulla pelle dei neonati solitamente entro il loro primo anno di vita, con squame e crosticine untuose di colore giallognolo, irritazioni sulla pelle e rossori pruriginosi. Corrispondente anche al nome di dermatite seborroica, la crosta è costituita da cellule cutanee morte e da grasso in eccesso prodotto dalle ghiandole sebacee, che si sviluppa in particolar modo sul cuoio capelluto, estendendosi nei casi peggiori a sopracciglia, fronte, lati del naso, mento e zona dietro le orecchie.
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Nei più peculiari (e rari), oltre a creare prurito e irritazioni rosse più intense, può interessare anche altre parti del corpo come le pieghe inguinali o lati della bocca. Comportandosi come un’allergia, per parecchi anni è stata relazionata all’alimentazione, come una reazione ad un’intolleranza al lattosio o simili o ancora da collegare al latte materno da cui prende anche il nome (“crosta lattea“). Niente di più sbagliato: smentito il legame soprattutto perché, in caso di intolleranze, la problematica porterebbe con sé ulteriori sintomi.
La formazione (e cause) della crosta lattea neonati
Quali sono dunque le cause della crosta lattea? La crosta lattea si genera a causa di un iper produzione di sebo della pelle, rendendola più grassa o irritata. Ma sul perché la pelle abbia questo esubero sono in corso moltissimi studi (e confutazioni): è apparso abbastanza irreale collegare la dermatite dei neonati al latte materno, screditando anche la teoria che lega l’irritazione ad una scarsa igiene, anche se è risultato particolarmente importante il ruolo di un lievito saprofita, il Malassezia furfur, che alberga normalmente sulla cute di molte persone.
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In più, allo studio ci sono molti casi di bambini che in età adulta sono diventati soggetti allergici: talvolta, infatti, la crosta lattea può diventare un segnale precursore di psoriasi o dermatite atopica cronica, malattia che si manifesta fin dall’adolescenza. Tuttavia, nella maggior parte dei casi è una condizione idiopatica, vale a dire non legata ad alcuna causa specifica e ritrovando la matrice in una semplice una condizione temporanea della pelle. Ma rimane il fatto che tale inestetismo, che si scorge sulla testolina dei nostri bimbi, non è certo bello da vedere, tuttavia la buona notizia è che può essere trattata e regredire con le dovute attenzioni.
Come si cura: dai prodotti specifici ai medicinali
La dermatite dei neonati tende a risolversi spontaneamente dopo qualche settimana, quindi il nostro compito si potrebbe limitare a detergere capelli, cute o viso delicatamente e quotidianamente, come spiega anche “Ospedale Bambin Gesù“. In ogni caso si può comunque facilitare la regressione dell’irritazione seguendo alcuni accorgimenti:
- Non bisogna MAI grattare le crosticine ancora attaccate al cuoio capelluto con le dita: la cute potrebbe irritarsi.
Sarebbe il caso di non rimuoverle manualmente, dedicando tutta l’igiene possibile (senza esagerare) ma attendendo la loro naturale caduta. A quel punto basta utilizzare una Pettinella da crosta lattea, dai denti fitti, morbidi e con la punta arrotondata, per pettinare i capelli (e non la cute) eliminando la pelle già desquamata;
- Non bisogna lavare i capelli troppo spesso: se non ogni 2-3 giorni con un detergente oleoso o sostanze emollienti;
Lavare con ossessione la cute può portare in molti casi a peggiorare il problema creando ulteriori disequilibri. Ma per agevolare la desquamazione, prima del lavaggio si può passare un batuffolo di cotone imbevuto di oli vegetali (olio di mandorla, d’oliva, di cocco o di argan) sulla cute desquamata: la pelle sarà idratata e le squame saranno rimosse.
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Sono tutte soluzioni adeguate ai casi più lievi, localizzati e gestibili. Differente discorso dev’essere fatto quando la dermatite tende ad essere molto più aggressiva, pruriginosa e causa di arrossamenti: in questo caso è importante innanzitutto richiedere un consulto pediatrico. Nelle forme più resistenti, ma solo su consiglio del pediatra, è possibile anche utilizzare emulsioni che contengono sostanze cheratolitiche sostenute da terapie al cortisone da utilizzare solo per qualche giorno. Solitamente, per casi medio gravi, vengono consigliati anche shampoo farmacologici a base di antimicotici/antibiotici in base ad infezione micotiche/batteriche.
Tra i prodotti migliori per la crosta lattea in farmacia e che anche il pediatra spesso consiglia, vi è la marca “Mustela” che offre “Shampoo Mousse” oppure delle “creme da trattamento”: bastano piccole dosi per un solo lavaggio per avere già i primi risultati. Anche il prodotto “Avene Pediatril Gel Crosta Lattea” è molto valido grazie alla composizione umettante ed emolliente per la crosta lattea del neonato e del bambino che va ad aiutare l’equilibrio della pelle. Ribadiamo nuovamente che, prima di utilizzare tali prodotti, è sempre necessario chiedere consiglio al medico curante.
E il vostro bambino ha o ha avuto problemi con la crosta lattea?
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Fonti: Ospedale Bambin Gesù, Amico Pediatra