Michela Andreozzi, attrice, sceneggiatrice e conduttrice radiofonica, è la nuova portabandiera delle donne che non vogliono figli.
Sul tema ha appena scritto un libro, “Non me lo chiedete più” le cui affermazioni stanno destando enorme scalpore.
All’interno del libro che sta facendo tanto discutere le mamme italiane, si leggono frasi come: “La bimba che, in spiaggia, schizza di sabbia le persone per la mamma è caruccia, per me no”.
L’attrice quarantanovenne in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera spiega dettagliatamente il perché della sua convinzione: “Il mio primo marito desiderava una famiglia e ho creduto di volerla anch’io. Il figlio l’abbiamo cercato, non è arrivato. Davanti alla prospettiva di seguire un protocollo per restare incinta, ho capito che non lo volevo a tutti i costi, ma che stavo aderendo a un modello inculcato dall’esterno. Oggi c’è il mito della maternità, le donne dicono “niente rende più complete”, ma per essere madri bisogna essere supereroine e, a me, la tutina da Wonder Woman cade male. Non ho figli perché sono egoista. Ho fatto coming out appena me ne sono resa conto ed è stata una delle scelte più salutari della mia vita. Amo dormire fino a tardi, leggere, scrivere, stare da sola. Mangiare quel che mi pare senza dover educare nessuno al cibo sano. Voglio spigoli in casa, voglio viaggiare. Mi piace poter dire, senza preavviso, “partiamo”. E poi partire. Io e mio marito lo possiamo fare, lo facciamo spesso. È un matrimonio molto felice, è stato bello imbattersi, dopo i 45 anni, in una seconda vita ricca. Tutto quello che abbiamo e che amiamo non sarebbe lo stesso se avessimo figli. Ma non è tutto perché Michela Andreozzi confessa di fatto di non amare i bambini, “perché sporcano, urlano, hanno sempre un’emergenza”: ”È difficile ammetterlo. Tranne quando trovi un bimbo che non smette di strillare su un volo di nove ore e capisci che non ha special needs, ma solo un problema di gestione e di educazione. Di recente, andando a Lampedusa, c’era una madre con tre figli. La piccola si è piazzata tutto il tempo in braccio a una passeggera, l’ha stordita di parole, sporcata con le merendine. E io leggevo l’imbarazzo della malcapitata nel non voler chiedere alla mamma di riprendersela. Poi, non è che io detesti i bambini, sono zia di nipoti che amo tantissimo, ma essere zia ha il vantaggio che a una certa ora si finisce.
Il giornalista in conclusione le chiede quindi se sogna davvero voli vietati ai bambini e lei risponde: “Mi piacerebbe la possibilità di scegliere. Ci potrebbero essere voli specifici per le famiglie, con Kindergarten e baby sitter.”
Vi abbiamo detto tutto, recitando testualmente le parole di Michela Andreozzi tratte dal libro e dalla recente intervista rilasciata al Corriere della Sera, onde evitare di fare cattiva informazione, il resto lo lasciamo a voi.
Laura