Ah…la Maternità… Ah la Felicità…
Mica posso stare tutto il tempo col seno di fuori!
Si deve proprio attaccare ogni 10 minuti!
E chi si occupa della casa!!! E chi cucina?
E chi accoglie i parenti e gli amici?
Ma io voglio uscire!!! Come faccio se deve mangiare di continuo!
Così non è vita!
Mi sento sciatta e sola.
Si attacca e piange.
Ho il seno morbido e mi sembra di non avere latte!
Perché piange? Cosa avrà? Avrà mica fame?
Eh mi sa che non hai più latte, vedi se provi a dargli l’aggiunta come dorme?
Ecco, perché aveva fame povero.
Secondo me dovresti far passare 3 ore tra una poppata e l’altra, altrimenti non vivi. E se piange lascialo piangere che gli si aprono i polmoni.
La notte dagli il biberon così dorme di più.
Guardalo come è furbo: così piccolo e già fa i capricci!
Smette appena lo attacchi!
Ah povera te, cosa ti aspetta!
…
Ciao mamma,
Sono il tuo piccino.
Mi trovavo contenuto al caldo nella tua pancia, non conoscevo la fame, il freddo, la luce e le sensazioni di avere addosso vestiti e pannoloni.
Sentivo la tua voce, il fruscio continuo del tuo sangue e qualche rumore di tutti i giorni.
Ero sempre attacco a te, cullato stretto.
Poi sono stato messo all’improvviso in una condizione nuova: i polmoni si sono riempiti di aria, ho sentito per la prima volta la mia voce.
La luce.
Il freddo.
Il caldo.
La paura.
Poi ho sentito la tua voce.
E la tua pelle e le tue braccia.
Ed il tuo seno.
C’è qualcosa di caldo da mettere nel pancino, ma tu continua ad abbracciarmi e tenermi avvolto, non lasciarmi perché ho paura.
Mi attacco ogni dieci minuti perché ho bisogno di te.
Ogni tanto è fame, ogni tanto è sete, ma tante volte è solo il mio modo per sapere che ci sei ancora.
Dì a parenti ed amici che sono tanto bello anche in foto perché ora voglio stare solo con te.
Tienimi vicino.
Fà cucinare papà oppure scongela quello che avevi preparato prima del mio arrivo.
Non è ora di fare Masterchef mamma.
È ora di scoprire insieme come possiamo vivere separati ma pur sempre vicini.
Non ascoltare gli altri.
Non faccio i capricci e non voglio il biberon.
Il tuo latte mi basta, sono piccino e ci metto tanto a nutrirmi, alle volte mi addormento e fai una cosa: quando dormo io, dormi anche tu.
Lo so che ti senti stanca.
Ma non durerà in eterno questa parentesi.
Usciamo mamma.
Tienimi in fascia, attaccato al seno ed andiamo dove vuoi.
Io non ho bisogno di altro, solo di te.
Aiutami a diventare grande, non farmi piangere, il mio pianto è molto più di una capriccio, è paura di morire.
Posso sopravvivere solo con te.
Tienimi addosso mamma, sono piccino.
Presto scoprirò il mondo intorno ed avrò più fiducia.
Fammi crescere sereno.
Ci vuole un istante a diventare grandi.
Rilassati mammina, spegni la luce.
Stenditi accanto a me.
Infilami nella maglia e tienimi attaccato.
Accarezzami e baciami e ripeti a tutti e due che andrà bene.
Chiudi fuori dalla porta i consigli non richiesti.
Stiamo vicini mamma, vicini come lo siamo stati fino a ieri, quando ero dentro di te.
Mi piace essere la vostra voce, lo sapete già, non è la prima volta e continuerò a farlo. Questa è la voce di una neo mamma di nome Angelica che come me ama la condivisione ed ha deciso di condividere con noi i suoi primi giorni di maternità. E io la ringrazio, perchè ho letto il suo racconto con le lacrime agli occhi e l’ho letto anche a mia figlia con la convinzione che mi stesse capendo, che stesse percependo le mie parole intime come il nostro rapporto, come i nostri sorrisi e i nostri abbracci.
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Che bello lo leggo e rileggo sempre quando sono stanca! Grazie mille!