Pensi che sia giusto che vada a scuola, starà con gli altri bimbi, si divertirà, verrà stimolato, ma appena comincia l’inserimento e piange come se lo stessi abbandonando, non fai altro che chiederti se stai facendo la scelta sbagliata.
C’è chi scelta non ne ha: chi lavora tutto il giorno, non ha i nonni disponibili o la disponibilità economica per valutare di affidarsi ad una tata, sa che altro non può fare e così farà per forza di cose, ma non per questo il suo stato d’animo sarà migliore.
Chi la scelta potrebbe avercela, perché più libera da vincolanti orari di lavoro, consapevolmente magari sceglie fare il meglio per il proprio figlio che, si, potrebbe essere l’asilo.
Stiamo tutta l’estate a pensare “finalmente andrà a scuola”, o “finalmente ci ritorna”, ci prepariamo l’armamentario di roba che gli serve per andarci e prevale l’entusiasmo a l’ansia, ma poi quella arriva di colpo, ad un livello inaspettato, quando il primo, il secondo e il terzo giorno leggi negli occhi di tuo figlio la paura dell’abbandono.
Ci siamo passate tutte, è una cosa naturale, ma non ci abitueremo mai.
Perché, anche se sappiamo che è la cosa giusta o l’unica scelta possibile, quando ci guarderà in quel modo ci sentiremo in un modo o nell’altro colpevoli di aver sbagliato qualcosa. Che siano i modi, i tempi o forse siamo proprio noi stesse a celare male l’ansia dietro un’apparenza di eccitazione poco credibile, non si sa, ma noi ci porteremo nella mente i loro occhi che esprimono una chiara richiesta di aiuto e la nostra incapacità di fare qualcosa.
Allora torniamo a casa e pensiamo “ma si, come hanno fatto tutti, farà anche lui”, “quella scuola è ottima, le maestre sono stupende, in breve tempo gli passerà e si divertirà tantissimo”, ma non ci crediamo abbastanza perché la realtà è che in quei primi giorni staremo tutta la mattina a chiederci cosa sta facendo, se sta piangendo, se sta mangiando, se sta giocando, se si sta divertendo o se è ancora lì triste come non mai a pensare “la mia mamma mi ha abbandonato”.
Ore 9.45 di martedì 11 Settembre 2018.
Secondo giorno del secondo anno di scuola di mia figlia che stamani mi chiedeva di non andar via. Ed io invece via ci sono andata.
Laura